Architetto ucciso, venti anni alla moglie ed ergastolo all'amante in Appello

Nella ricostruzione della Procura di Como, il gruppo di fuoco che agì la sera del delitto avrebbe dovuto gambizzare il l'architetto Alfio Molteni che invece morì...

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Nella ricostruzione della Procura di Como, il gruppo di fuoco che agì la sera del delitto avrebbe dovuto gambizzare il l'architetto Alfio Molteni che invece morì a causa della gravità delle ferite riportate. Confermato, quindi, dalla Corte d'Assise d'appello di Milano, l'impianto accusatorio della Procura: ergastolo ad Alberto Brivio, accusato dell'omicidio dell'architetto Alfio Molteni, ucciso a Carugo, nel Comasco, nel 2015. La Corte ha confermato anche la condanna a 20 anni di carcere in abbreviato per Daniela Rho, moglie della vittima, che con Brivio, suo amante, è stata ritenuta mandante del delitto, e al carcere a vita per Vincenzo Scovazzo, ritenuto uno degli esecutori materiali.


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Confermata anche la condanna a cinque anni per l'investigatore privato Giovanni Terenghi, accusato di stalking, incendio e calunnia per una serie di atti intimidatori nei confronti della vittima. I giudici hanno ridotto la pena a 9 anni e dieci mesi di carcere (in primo grado 14 anni e 8 mesi) per Giuseppe De Martino, anche lui accusato di omicidio volontario in quanto, nella ricostruzione dell'accusa, avrebbe partecipato alla spedizione per gambizzare il professionista, il quale, poi, morì a causa della gravità delle ferite riportate.


Nella ricostruzione del pm di Como Pasquale Addesso, l'architetto era stato vittima di una escalation di attentati commissionati attraverso l'amante, Brivio, dalla moglie, Daniela Rho, la quale, in questo modo, voleva far credere che il marito avesse frequentazioni poco raccomandabili così da ottenere l'affidamento esclusivo delle loro due bambine. Il sostituto pg di Milano Nunzia Ciaravolo ha chiesto e ottenuto la conferma delle condanne. La vittima si era confidata con un amico avvocato, rivelandogli la sua paura per il fatto che gli attentati (una volta spararono anche contro la sua casa) accadevano sempre quando, nell'ambito della causa di separazione, Molteni otteneva dal giudice provvedimenti favorevoli per l'affidamento delle figlie.
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Il Messaggero