Si chiama Alessandra Vella il gip di 43 anni che ieri sera ha deciso la scarcerazione di Carola Rackete, finita per questo nel mirino del ministro dell'Interno Matteo Salvini...
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Sea Watch, adesso anche J-Ax tifa per Carola Rackete
Come ogni mattino. Alle 9, la gip si è seduta nell'aula 9 al secondo piano del Palazzo di giustizia di Agrigento per presiedere le udienze preliminari in calendario. Tra queste anche due udienze a carico di altrettanti giornalisti accusati di diffamazione. È rimasta in aula fino alle 12.30, quando si è recata nella sua stanza. Senza dire una parola. Ha preferito non commentare le aspre critiche ricevute dal ministro Matteo Salvini dopo il provvedimento di scarcerazione della Comandante della Sea watch.
In poche ore il suo nome è diventato virale, tra quelli più ricercati su google. Tutti volevano sapere chi fosse la gip che ha accolto la richiesta di scarcerazione dei legali di Carola Rackete. Ma lei non se ne cura e prosegue il suo lavoro in silenzio, come sempre. Non vuole replicare neppure a Matteo Salvini che da ieri la attacca la giudice definendo il provvedimento «una vergogna».
Ma chi è Alessandra Vella? Originaria di Cianciana, piccolo paese della provincia di Agrigento, si è laureata in giurisprudenza a Roma. Tra i suoi primi incarichi quello di gip presso il Tribunale di Caltanissetta dove si è occupata anche di fatti importanti. Fino a due anni fa era alla guida dell'Associazione nazionale magistrati di Agrigento. Ad Agrigento si è occupata di molti casi, dalla morte di una bimba di tre anni schiacciata da una tv a reati contro la pubblica amministrazione. In passato è stata coinvolta in una querelle giudiziaria con l'avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, arrestato lo scorso marzo al palazzo di giustizia di Agrigento dove era al lavoro. Lì i poliziotti della Digos avevano eseguito l'ordinanza di revoca dell'affidamento in prova ai servizi sociali nei confronti dell'ex ambientalista e in passato consigliere comunale nella città dei templi e più volte candidato a sindaco.
Lo scorso ottobre il tribunale di sorveglianza, lo stesso che a marzo aveva emesso l'ordinanza, aveva rigettato per la terza volta consecutiva la richiesta di revocare l'affidamento in prova ai servizi sociali avanzata dal procuratore Luigi Patronaggio.
Il Messaggero