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Sono il Lazio e la Lombardia a guidare la classifica delle regioni dove esiste la maggiore diffusione della malattia ed in cui risultano più lacune sull’argomento. Questo è quanto emerge dal sondaggio condotto dal 2013 ad oggi dall’Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids. Circa 14 mila i ragazzi intervistati, un dato che ha permesso di verificare la consapevolezza dei giovani su Hiv/Aids, portando alla luce anche abitudini ed esigenze in ambito sessuale, sull’uso del preservativo e sulla conoscenza delle altre malattie sessualmente trasmissibili.
Un sondaggio che ha interrogato prevalentemente studenti provenienti delle provincie di Milano, Monza/Brianza, Mantova, Roma e Latina, facendo emergere alcune importanti lacune conoscitive, specie nei giovanissimi. «L’approccio alla sessualità è sceso a 12-13 anni - spiegano il prof. Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – Simit (nella foto sopra) e Bruno Marchini, presidente Anlaids - e la disinformazione è ancora troppo elevata. Molti studenti confondono ancora anticoncezionali e strumenti di prevenzione. Bisogna formare i docenti e gli stessi ragazzi per formarli efficacemente».
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L’81% di chi riferisce di avere avuto rapporti completi afferma di aver usato il preservativo, ma solo il 58% di non associare alcun problema all’uso dello stesso. Le fonti di informazione su cui i ragazzi affermano di essersi documentati riguardo L’HIV o le infezioni sessualmente trasmesse, sono la scuola (67%) o la televisione (63%). La famiglia (37%) e ‘Internet’ (35%) sono solo al terzo e quarto posto. Nelle ultime posizioni i giornali (22%) e gli amici (15%). Un altro dato emerso dall’indagine di Anlaids conferma che la precocità del debutto sessuale si associa ad altri comportamenti considerati ‘da adulti’, come “fumare” o consumare frequentemente alcol.
«Questo è un quadro generale che indica come ci sia ancora molto da fare per la diffusione di una cultura della prevenzione e della responsabilità tra i ragazzi, specie in situazioni di particolare difficoltà», afferma il prof. Galli. «È importante preparare i giovani, attraverso la conoscenza delle cose, a gestire responsabilmente se stessi e la propria sessualità e a proteggere se stessi e gli altri. Un percorso che porta a rifiutare spontaneamente lo stigma nei confronti di persone e malattie che è principalmente figlio dell’ignoranza».
In Italia si stimano in oltre 3.500 le nuove infezioni e si registra un pari numero di nuove diagnosi. «Per questo infatti - dichiara Bruno Marchini - l’obiettivo del XXXI Convegno Nazionale Anlaids, in vista della Giornata Mondiale dell’Aids indetta per il 1 Dicembre, è quello di cercare di trovare i giusti mezzi per colmare i gap ancora presenti nella prevenzione e nella terapia dell’infezione da HIV.
Il Messaggero