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AMICO DI PENNA
Tanto che quello che una volta si sarebbe chiamato amico di penna, oggi è diventato uno stalker. Per lei e per tutta la sua famiglia. È questa l'assurda e inquietante storia che arriva da un quartiere di Perugia e che ha lasciato «stupefatti» - confida chi ha partecipato alle indagini gli inquirenti. Perché lo stalker, il giovane che dimostra meno anni di quelli che ha, non è un balordo: è anzi un ingegnere, un professionista posato, che però da quando ha conosciuto «per caso» una dodicenne sui social non è riuscito più a levarsela dalla testa. Secondo quanto emerge da un'indagine riservata, vista l'età della vittima degli atti persecutori, i due si sono trovati su un social, hanno iniziato a parlare finché le chiacchiere sono diventate confidenze e condivisione.
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L'OSSESSIONE
Un'ossessione che si è trasformata in atti persecutori e per cui il 27enne, residente a Milano, adesso non potrà avvicinarsi a meno di un chilometro dalla dodicenne, né comunicare con lei in alcun modo, come stabilito dal gip di Perugia che ha emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento a lei e ai suoi familiari. Perché l'ingegnere diventato stalker, secondo la ricostruzione degli investigatori, ha superato davvero ogni limite: è partito da Milano, ha fatto oltre 500 chilometri e fingendo appunto di avere l'autorizzazione dei genitori per parlare con la ragazzina - si è anche presentato nella sua scuola. Al rifiuto corretto dell'insegnante, è impazzito e ha reagito prendendo a calci il cancello di ingresso dell'istituto. Ma non solo. È arrivato a contattare il padre della minore e, fingendosi interessato a una collaborazione lavorativa, ha organizzato con lui due incontri a Perugia. Una volta però che il padre della piccola ha capito le reali motivazioni delle visite, ha prima vietato ogni comunicazione al ventisettenne e poi è andato a denunciarlo in questura.
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LE INFORMAZIONI RUBATE
Le indagini svolte dalla squadra mobile di Perugia, diretta da Gianluca Boiano e coordinate dalla procura con a capo Raffaele Cantone, hanno permesso di ricostruire la storia tra i due. I genitori hanno spiegato agli investigatori come nei mesi scorsi, dopo aver conosciuto la figlia su internet e «pur consapevole della sua età», il giovane ha intrapreso con lei «una conoscenza tramite chat e contatti telefonici grazie ai quali scrive lo stesso Cantone in una nota - era riuscito a carpire la sua fiducia ottenendo informazioni riservate e personali». Come i luoghi di lavoro dei genitori o la scuola frequentata dalla ragazza, in cui l'ingegnere si è presentato più volte. E proprio in occasione dell'ultimo episodio i poliziotti della squadra mobile, allertati dal papà della minorenne, sono arrivati a scuola e, poco distante, hanno fermato il giovane. Innamorato pazzo, ma non matto: alla vista dei poliziotti ha pensato bene di allontanarsi, ma è stato comunque fermato. Identificato e portato in questura, è stato denunciato. Tra lo stupore degli investigatori e con il giudice che ha condiviso il quadro probatorio prospettato dalla procura ma soprattutto l'inquietudine per il suo atteggiamento. Imponendo mille metri di distanza minima tra sé e la ragazzina, con stop a tutte le chat e le telefonate. Nella speranza le lasci ora vivere la sua età.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero