Dopo tante resistenze a introdurre in Italia una bad bank di sistema sul modello spagnolo, parlando all’annuale convegno del Forex il governatore Ignazio Visco ha acceso un...
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Ha detto a chiare lettere che «non è da escludere» la soluzione di un progetto più ambizioso rispetto a quello delle bad bank singole o di gruppo che si stanno mettendo a punto con la sola partecipazione delle banche. Ciò significa che, nonostante le resistenze del ministero dell’Economia preoccupato di dover ricorrere all’intervento dell’Europa, il tema è già sul tavolo. Pierfrancesco Saviotti, consigliere delegato del Banco Popolare, si è detto «stupito» in senso positivo dalle parole del governatore Visco. Uno stupore peraltro condiviso da tutti i partecipanti al convegno. La gestione dei crediti deteriorati è infatti un problema da tempo in cerca di un’appropriata sistemazione, e non v’è dubbio che la sua soluzione potrebbe contribuire in maniera significativa all’attenuazione del fenomeno di credit crunch che tuttora resiste nonostante le banche italiane vivano oggi una condizione patrimoniale meno esposta rispetto a soli dodici mesi fa.
Naturalmente non c’è da farsi illusioni: non sarà una passeggiata, ove mai si dovesse arrivare alla determinazione che la bad bank di sistema è la via maestra. Così come non è immaginabile che l’iniziativa abbia di per sè un potere taumaturgico tale da risolvere alla radice il problema dei prestiti alle imprese. Ma dobbiamo prendere esempio dalla Spagna, consci del fatto che se in quel Paese non fosse partita per tempo la bad bank di sistema, probabilmente oggi Madrid non farebbe festa con il Pil tornato al segno positivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero