Va in spiaggia, torna e trova un biglietto: "C'è un serpente dentro l'auto"

Va in spiaggia, torna e trova un biglietto: "C'è un serpente dentro l'auto"
Andare al mare e poi trovarsi un serpente sotto il cofano dell'auto. È successo ad una barista di San Donà, che ha vissuto attimi di paura. «E dire che sembrava tutto uno...

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Andare al mare e poi trovarsi un serpente sotto il cofano dell'auto. È successo ad una barista di San Donà, che ha vissuto attimi di paura. «E dire che sembrava tutto uno scherzo, se ci ripenso mi vengono ancora i brividi», ricorda Susy.




Il fatto è accaduto a Duna Verde, dove la barista ama andare a prendere il sole quando ha il turno di riposo. «Una spiaggia che frequento da anni - ricorda - e come sempre parcheggio l'auto nell'area di sosta, come fa molta altra gente».



Persone cui probabilmente non è capitata la stessa disavventura. Al ritorno la donna si trova un bigliettino sul parabrezza, che così recitava: «Buongiorno, verso le 14.15 abbiamo visto entrare nel motore della sua auto un serpente».



L'uomo che lascia il biglietto lascia anche nome e numero di telefono, per dimostrare che non si trattava di uno scherzo. «Cosa a cui avevo pensato inizialmente. Infatti salgo in auto e metto in modo, con l'intenzione di rientrare a casa. Ma mi era rimasta la curiosità di quel biglietto e così compongo il numero e al signore che mi risponde chiedo di cosa si trattava».



E lì la descrizione dettagliata: un lungo serpente di colore nerastro, si era infilato sotto la Renault Clio. E l'azione successiva lo ha confermato: Susy, con l'uomo che nel frattempo l'ha raggiunta, apre il cofano della macchina e da sotto ecco spuntare la testa del rettile.



«Non sapevo più cosa fare, ero terrorizzata. Non sapevo come liberarmene e d'altra parte non potevo certo tornarmene a casa con il serpente sotto il cofano».



Arriva un altro signore che dice di poterla aiutare: viene aperto il cofano e con un bastone prova a farlo uscire, senza riuscirvi. A Susy viene così chiesto di provare a mettere in moto e di muovere l'auto, per vedere se usciva.



«E mentre correvo, vedevo la testa del serpente spuntare fuori», ricorda ancora terrorizzata. Finchè, una volta ferma, sono riusciti a farlo uscire. Si trattava di un "carbonaz", un serpente innocuo di oltre un metro e mezzo. Se disturbato preferisce la fuga, ma se afferrato non esita ad affrontare l'aggressore e a difendersi vigorosamente con ripetuti morsi, tuttavia poco pericolosi, in quanto è sprovvisto di veleno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero