Veneto Welfare. L’accreditamento potenzia la previdenza complementare

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Veneto Welfare, attraverso la piattaforma, la Regione istituisce un sistema regionale di accreditamento, primo modello in Italia di certificazione e monitoraggio di forme di...

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Veneto Welfare, attraverso la piattaforma, la Regione istituisce un sistema regionale di accreditamento, primo modello in Italia di certificazione e monitoraggio di forme di welfare

“Vogliamo dare un riconoscimento alle forme di welfare collettive che garantiscono presenza sul territorio, ritorno di investimenti nell’economia regionale e servizi di qualità, avviando al contempo il primo sistema di certificazione e monitoraggio del welfare in Italia”. Così l’Assessore al lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan, ha commentato l’avvio del sistema regionale di accreditamento delle forme di welfare collettive, previsto dalla legge regionale n. 15/2017 e formalmente attivato a partire da oggi da Veneto Welfare, l’unità operativa di Veneto Lavoro con funzioni di promozione e sviluppo della previdenza complementare e degli strumenti di welfare integrato in regione.

L’accreditamento è aperto ai fondi pensione negoziali iscritti all’albo nazionale Covip, ai fondi sanitari integrativi bilaterali, alle forme di welfare contrattuale gestite dagli enti bilaterali e dai fondi di solidarietà e ad altre forme collettive di welfare integrativo di tipo aziendale o territoriale. Per poter presentare richiesta di accreditamento e di iscrizione al relativo Elenco regionale è necessario possedere un’adeguata struttura sul territorio, sia in termini di servizio offerto che di utenti, presentare profili di costo contenuti ed efficienza gestionale, e, relativamente ai soli fondi pensione,prevedere una quota di investimenti in Veneto.

“Veneto Welfare –continua l’Assessore Donazzan –nasce con lo specifico compito di dare impulso allo sviluppo della previdenza complementare e più in generale ai sistemi di welfare integrato in regione. L’avvio dell’accreditamento rappresenta una tappa importantissima nel percorso di costruzione di un sistema veneto del welfare che abbiamo intrapreso e ci consente di far sì che la legge regionale non rimanga lettera morta. La vicinanza ad altri territori, dove vi è una tradizione consolidata su questi, quali il Trentino, ci ha certamente aiutato in questo cammino, ma ciò che più ci ha spinto è la consapevolezza che nel nostro territorio, oltre al welfare pubblico, coesistono da anni forme di welfare collettivo e aziendale, esperienze pluriennali di previdenza complementare e di assistenza sanitaria integrativa e un privato sociale che supporta con competenza ed efficienza l’integrazione delle fasce più deboli. Il nostro obiettivo è quello di mettere a sistema questo enorme patrimonio di conoscenza e avviare processi di incentivazione”.

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Il Messaggero