Il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, ha richiamato Silvio Berlusconi ad attenersi alle prescrizioni del provvedimento di affidamento ai servizi...
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Lo scorso 19 giugno, Berlusconi, testimone a Napoli nel processo a carico di Lavitola accusato di tentata estorsione in relazione ad appalti a Panama, aveva detto rivolto al collegio che «la magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l'impunità piena». Il giudice del Tribunale di Sorveglianza Crosti, che nel concedere all'ex premier l'affidamento ai servizi sociali aveva fissato alcune prescrizioni tra cui proprio quella di evitare dichiarazioni offensive nei confronti dell'ordine giudiziario, ha deciso, dunque, di convocarlo al settimo piano del Palazzo di Giustizia per una «diffida» o un «richiamo», ossia una sorta di 'cartellino giallò affinchè «non si ripeta più». Lo scorso 29 aprile, tra l'altro, Berlusconi, dopo la concessione dell'affidamento, aveva detto: «È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali». In un colloquio di circa un'ora, nel quale il leader di Forza Italia ha chiesto «scusa» spiegando che non voleva dare una valenza 'tecnicà alle sue affermazioni davanti ai giudici di Napoli, ma solo fare una «battuta», il giudice Crosti gli ha fatto notare che quelle sono state espressioni «offensive». Frasi che, secondo il giudice, vanno al di là del diritto di critica che deve «essere civile e urbana» e non può essere a «360 gradi». Da quanto si è saputo, inoltre il giudice gli ha fatto presente che i magistrati non sono solo quei pochi nomi che lui legge sui giornali, ma sono «tanti e lavorano tanto». E un uomo come lui, quando va a testimoniare in un processo, deve «sapersi comportare». Il giudice ha riletto a Berlusconi i passaggi dell'ordinanza di affidamento in prova ai servizi sociali nei quali si prescrive all'ex premier di evitare le «esternazioni pubbliche» e «offensive» contro le toghe, che «dimostrano spregio nei confronti dell'ordine giudiziario». Già il sostituto pg Antonio Lamanna nel corso dell'udienza per l'affidamento aveva spiegato che la diffamazione delle singole toghe potrebbe portare alla revoca della misura alternativa al carcere. Oggi Berlusconi ha promesso che non ripeterà più frasi del genere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero