Caso Ruby, Robledo al Csm: non ci fu accordo pm su intervento Boccassini

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Non si arrestano i veleni in Procura a Milano dove alla vigilia di un confronto da parte del Csm il procuratore aggiunto Alfredo Robledo torna a replicare al procuratore capo di...

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Non si arrestano i veleni in Procura a Milano dove alla vigilia di un confronto da parte del Csm il procuratore aggiunto Alfredo Robledo torna a replicare al procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. In una nuova lettera inviata al Consiglio superiore della magistratura, Robledo sottolinea «la discrasia» su quanto sarebbe stato pronunciato in merito all'inchiesta sul caso Ruby, indagine coordinata da Ilda Boccassini. In merito a questa assegnazione Bruti spiega che «il collega Nobili non è mai stato interpellato sul punto, nè richiesta la sua opinione. Il collega Nobili venne meramente informato della decisione che era già stata presa dal procuratore, della quale si limitò a prendere atto senza interloquire o commentare in alcun modo». Pertanto, secondo Robledo, «è stata resa al Consiglio superiore una dichiarazione del tutto difforme dall'effettivo svolgimento dei fatti», per questo si chiede l'audizione in via urgente dello stesso Alberto Nobili.




Caso S.Raffaele. «Devo precisare di non aver mai affermato la necessità dell'iscrizione dell'on. Formigoni». Lo scrive il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo con riferimento alle dichiarazioni fatte dal procuratore Edmondo Bruti Liberati. Ma Robledo ribadisce che alcune iscrizioni nell'inchiesta sul S.Raffaele vennero fatte in ritardo.



L'Expo. «Con riferimento al doppio pedinamento, confermo non essere mai avvenuto». Lo ribadisce il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, in una nuova nota inviata al Consiglio superiore della magistratura. Il riferimento è a quanto affermato dal capo della procura milanese Edmondo Bruti Liberati che aveva parlato di un doppio pedinamento di cui sarebbe stato oggetto uno degli indagati nell'inchiesta su Expo. Robledo, che già aveva negato l'episodio, allega nuovamente una nota della Guardia di Finanza, già inviata al Csm, «nella quale si esclude che siano mai avvenuti episodi di sovrapposizione operativa».






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Il Messaggero