Raduno hippy, tutti nudi nella foresta di Tarvisio. Il sindaco li caccia: «Motivi igienici»

Raduno hippy, tutti nudi nella foresta di Tarvisio. Il sindaco li caccia: «Motivi igienici»
Gli oltre cento partecipanti al raduno arcobaleno, improvvisato nelle foreste del Tarvisiano tra Rio Freddo e Malga Presnik, hanno tempo fino a mezzogiorno di domani per levare le...

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Gli oltre cento partecipanti al raduno arcobaleno, improvvisato nelle foreste del Tarvisiano tra Rio Freddo e Malga Presnik, hanno tempo fino a mezzogiorno di domani per levare le tende e sgomberare l'area.




Ieri mattina il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, ha consegnato ai nuovi hippy l'ordinanza di sgombero urgente firmata martedì per ragioni igienico sanitarie. Arrivato sul posto insieme alle forze dell'ordine, il primo cittadino di Tarvisio si è interfacciato in maniera serena con i campeggiatori che, tuttavia, sembrerebbero un po’ restii a lasciare la zona.



I partecipanti si sono riuniti nel bosco tramite il passaparola per attendere la luna, il 12 luglio, prima di spostarsi in Romania. «Ho fatto una chiacchierata anche piacevole con alcuni partecipanti. Ci sono cittadini italiani, austriaci, tedeschi, danesi, belgi; anche parecchi minori. Sono tutte persone per bene. Ho parlato, ad esempio, con un insegnante italiano di fisica e con una studentessa della Groenlandia che vuole fare la maestra d'asilo - testimonia il primo cittadino -. Mi hanno spiegato che ogni anno scelgono un posto diverso per i raduni e non tornano mai nello stesso posto. Non entro nel merito della filosofia di vita che seguono».



È solo una questione di rispetto delle regole e della sicurezza, anche dal punto di vista igienico-sanitario: «In quelle condizioni non possono stare. Abbiamo riscontrato una serie innumerevole di violazioni. Hanno portato delle auto in una zona interdetta al transito. Se ne sono scusati e hanno manifestato l'intenzione di rimediare al più presto. Ho contato almeno una quindicina di fuochi accesi, senza alcuna autorizzazione della forestale. Il problema sanitario esiste - aggiunge -. Inoltre si sono accampati in una valle impervia in cui, con il maltempo, non è escluso il rischio frane. Dovesse esserci un'emergenza non sapremmo nemmeno chi e quanti soccorrere. Non sanno nemmeno loro esattamente quanti sono». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero