Prodi torna dal Mali: «Deluso? Affatto». Ma il suo staff attacca

Romano Prodi
BOLOGNA - Torna a Bologna col sorriso, Romano Prodi. Un sorriso con il quale prova a nascondere non tanto la stanchezza per il viaggio di ritorno dal Mali, quanto i suoi reali...

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BOLOGNA - Torna a Bologna col sorriso, Romano Prodi. Un sorriso con il quale prova a nascondere non tanto la stanchezza per il viaggio di ritorno dal Mali, quanto i suoi reali sentimenti per le ultime turbolente giornate politiche che lo hanno visto fra i principali protagonisti, sia pure a distanza e che traspaiono fra le pieghe dell'ironia delle sue parole. «Quanta gente, o ragazzi, non sono mica il presidente della Repubblica...», scherza così, quando scende dalla macchina, attorno alle 18.30, di rientro, insieme al figlio, dall'aeroporto di Bologna dove il viaggio che lo ha riportato da Bamako. Sono passati solo pochi minuti da quando l'assemblea ha eletto per la seconda volta Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.




Gli auguri.
«Gli faccio veramente i miei migliori auguri», scandisce Prodi, che si affretta però a precisare che con il Capo dello Stato non c'è stata alcuna telefonata. I sintomi del malessere di Prodi affiorano da qualche battuta che il Professore si è lasciato sfuggire. «Nessuna delusione, massima serenità, non ho fatto nessuna riflessione, encefalogramma piatto» ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto quale fosse il suo stato d'animo. Preoccupato? «Preoccupato - ha risposto - lo sono da molto tempo, massima serenità, si torna a casa». E ha dribblato, scuotendo la testa, chi gli chiedeva se si sentisse tradito. «Deluso nient'affatto», aveva detto poco prima all'aeroporto, da dove era uscito 'scortato', per mano, da due dei suoi nipotini.



L'ira dei suoi. Ma che i 101 voti mancati nel quarto scrutinio di ieri continuino ad essere indigesti lo conferma anche l'ira dei suoi: «adesso spuntano le foto delle schede votate con il nome di Romano Prodi. Ma la foto che gira è una sola, sempre la stessa, passata di cellulare in cellulare. Chi la presenta come prova della sua lealtà presenta il tangibile segno del proprio tradimento», aveva scritto su Facebook la portavoce del professore, Sandra Zampa. Se la giornata che aveva sancito la nascita entusiasta e la travagliata caduta della propria candidatura Prodi l'aveva vissuta in Mali, impegnato in incontri internazionali nell'ambito della sua missione per l'Onu e continue telefonate da Montecitorio, la giornata dell'incoronazione di Napolitano l'ha praticamente passata fra voli ed aeroporti. Partito da Bamako nella primissima mattinata, ha fatto uno scalo più lungo del previsto a Parigi, prima di volare, nuovamente, su Bologna. «Vi ringrazio dell'accoglienza, mi fa piacere, mi ricorda i vecchi tempi», ha detto a chi lo aspettava al suo ritorno, come tante volte è successo quando era presidente del Consiglio. «Io vi ringrazio dell'affetto, vi saluto e dopo 16 ore di viaggio credo di poter andare a casa». E a casa si è così ritirato, circondandosi dei suoi familiari per provare a dimenticare le turbolenze di un viaggio che non è stato per niente simile a uno dei tanti che ha fatto in questi anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero