Pedofilia a Rignano, l'appello conferma assoluzioni

Pedofilia a Rignano, l'appello conferma assoluzioni
​Confermate anche in appello le assoluzioni delle cinque persone - tre maestre, una bidella ed un autore tv - imputate per la vicenda dei presunti abusi sessuali denunciati...

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​Confermate anche in appello le assoluzioni delle cinque persone - tre maestre, una bidella ed un autore tv - imputate per la vicenda dei presunti abusi sessuali denunciati dai genitori dei bambini della scuola materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio. Lo ha deciso la III Corte d'Appello di Roma.




La sentenza è stata emessa dopo tre ore di camera di consiglio. Assolte le maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, l'autore tv (e marito della Del Meglio) Gianfranco Scancarello e la bidella Cristina Lunerti. Il processo era nato per le accuse, contestate a vario titolo e secondo le singole posizioni, di violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza.



Il 28 maggio del 2012 i cinque imputati furono assolti dal tribunale di Tivoli con la formula «perché il fatto non sussiste»; sentenza e motivazioni oggi confermate anche in sede di giudizio d'appello. Tra 90 giorni, il deposito delle motivazioni.



La «conferma integrale», così come detto in aula, in appello della sentenza assolutoria nei confronti dei cinque imputati, significa che non è stato mutato il ragionamento fatto dal tribunale di Tivoli nel processo di primo grado. Anche per la III Corte d'appello infatti, «il fatto non sussiste». Già il 28 maggio del 2012, a Tivoli, i cinque imputati furono assolti con la stessa formula.



«Ci aspettiamo una spiegazione convincente. L'unica cosa che mi preoccupa è mia figlia. Il resto non conta nulla» dice una della mamme.



«E' una sentenza assolutoria che non sorprende affatto» dice l'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore della maestra Silvana Magalotti. «Oggettivamente - ha aggiunto - tutte le possibili soluzioni alternative a quella adottata oggi erano state già esaminate in primo grado e convincentemente bocciate. Così stando le cose, la Corte non poteva far altro che decidere le assoluzioni, come ha fatto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero