Il dinosauro più grande del mondo scoperto in Patagonia: è lungo 40 metri

Il dinosauro più grande del mondo scoperto in Patagonia: è lungo 40 metri
Qualche era geologica fa, diciamo anni Sessanta, c’erano solo i dinosauri. Al massimo si conoscevano a scuola i...

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Qualche era geologica fa, diciamo anni Sessanta, c’erano solo i dinosauri.






Al massimo si conoscevano a scuola i brontosauri e naturalmente Dino, il mitico animale dei Flintstones. Ma poi la Paleontologia è esplosa nei sussidiari di tutto il mondo grazie a nuove scoperte che hanno portato alla luce centinaia e centinaia di specie di questi megarettiloni che hanno dominato il mondo delle terre emerse dal Triassico al Cretaceo, fino cioè a 65 milioni di anni fa. E tra sauropodi e stegosauri, pteroddatili e triceropodi, la passione è esplosa e il film Jurassik Park con i suoi terribili e carnivori Tirannosaurus Rex ne è stato una sorta di crisma.



Ora però è tutto da rifare. Perché nell’anno di grazia 2014, quando al cinema risorge anche il temibile Godzilla, non c’è T-Rex che tenga. Perché là dove finisce il mondo, in Patagonia, sono stati scoperti i resti del più grande dinosauro mai esistito. Si tratta di sauropode di 40 metri di lunghezza. Studiando le grosse ossa doveva essere anche alto 20 metri e pesare qualcosa come 77 tonnellate. Roba da far impallidire il gigantosauro argentino ritrovato nel 1993: pesava solo 13 tonnellate.



IN UN CAMPO

Come è accaduto più volte - ad esempio per altri giganti, questa volta di pietra del monte Prama in Sardegna- è stato un contadino Aurelio Hernandez, che in un campo a 250 chilometri da Trelew, nella Patagonia argentina, che si è imbattuto per primo con un osso che gli è parso strano, mentre percorreva un terreno noto come La Flecha. La proprietaria, Alba Mayo, racconta che «ci siamo messi subito in contatto con il Museo Egidio Feruglio, e poco dopo hanno iniziato gli studi tecnici. La prima campagna di scavo è iniziata nel gennaio dell'anno scorso». A condurla è stato un gruppo di paleontologi del museo argentino.



«Quando ci siamo messi a scavare per estrarre un osso che sapevamo era un femore siamo rimasti sorpresi dalle sue dimensioni: era il più grande che avessimo mai visto per questo tipo di animale», ha riferito Josè Luis Carballido, uno dei responsabili dello scavo, aggiungendo che «la sorpresa è andata aumentando quando siamo andati avanti con il lavoro».



I ricercatori, infatti, hanno scoperto costole, ossa del bacino, una coda completa, un omero completo. «Abbiamo capito che erano animali enormi, erbivori che mangiavano e si muovevano in gruppo, i titanosauri», ha spiegato Carballido. Per peso e dimensioni, il nuovo dinosauro batterebbe di sette chilogrammi il record detenuto dall'Argentinasauro, il più grande dinosauro finora conosciuto. Per avere un'idea delle dimensioni, hanno detto i ricercatori, basti pensare che il dinosauro appena scoperto «è lungo come due Tir con il rimorchio, uno dietro l'altro, e pesa come 14 elefanti africani».



IL GRUPPO

I resti del dinosauro sono stati ritrovati in una formazione geologica nota come il Gruppo Chubut - dal fiume che ha dato anche il nome al Chubutisaurius, un altro sauropode scoperto in quella stessa regione nel 1965 - che secondo i paleontologi appartiene al periodo Cretacico superiore, cioè al periodo compreso fra 90 e 100 milioni di anni fa.



Secondo Carballido, si tratta di una delle cinque scoperte più importanti degli ultimi 20 anni nel campo della paleontologia, perché tranne per il cranio è stato ricostruito tutto lo scheletro della specie, «il che ci permetterà di rispondere a molte domande che ci facciamo e conoscere per prima volta e con esattezza questioni legate con l'anatomia e la morfologia di animali di queste dimensioni».


C’è da dire che si sta veramente vivendo un’età dell’oro della scoperta di nuove specie di dinosauri, soprattutto lontano dalle aree tradizionalmente ricche di resti come Europa e America del Nord. Per esempio è della scorsa settimana il ritrovamento nel sud della Cina dei resti di una nuova specie - il “Pinocchio Rex” - col muso allungato e sottile. Si tratta di un cugino del più noto T-Rex, è vissuto 66 milioni di anni fa in Asia e ha il nome scientifico di “Qianzhousaurus sinensis”, perché la scoperta è avvenuta vicino alla città di Guangzhou. E invece il gigante della Patagonia, anche se mondialmente famoso, non ha ancora un nome. Secondo gli scienziati argentini il suo nome «dovrà descrivere la sua grandiosità e ricordare sia la regione sia i proprietari della fattoria che hanno trovato i primi resti». O forse potrebbe ricordare Aurelio Hernandez, il contadino che scoprì i primi resti ed è morto due anni prima che iniziassero gli scavi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero