​Il fratellino è paralizzato: 14enne lo porta in spalla per 64 km

Hunter e Braden (Ap)
NEW YORK - In marcia per 65 chilometri con il fratello sulle spalle, per sensibilizzare l'opinione pubblica su una terribile malattia: quella della paralisi cerebrale. ...

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NEW YORK - In marcia per 65 chilometri con il fratello sulle spalle, per sensibilizzare l'opinione pubblica su una terribile malattia: quella della paralisi cerebrale.


È il gesto d'amore cheHunter, un adolescente di 14 anni, ha voluto compiere nei confronti del fratellino Braden, 7 anni, immobilizzato a causa del male che lo affligge sin dalla nascita. Un male che Hunter, nel suo piccolo, ha deciso di combattere per il fratello, con la speranza che in futuro le nuove tecnologie possano offrire strumenti per facilitare la mobilità delle persone colpite da paralisi cerebrale. Tutto è iniziato con una raccolta fondi nella sua scuola, dove il ragazzo ha messo assieme 350 dollari vendendo braccialetti verdi.







AMORE FRATERNO «Vogliamo che i ragazzi capiscano Braden», ha spiegato Hunter. Poi, ispirato dal sogno della madre di vederlo portare Braden a Mackinac, una località del Michigan dove la famiglia spesso andava in vacanza, Hunter ha deciso che avrebbe portato in spalla il fratello, 23 kg, da Temperance fino ad Ann Arbor, sempre in Michigan. Il legame che lega Hunter a Braden val al di là del semplice affetto fraterno. «Non riesco ad esprimere con le parole quanto Braden sia speciale per me - ha detto Hunter - È straordinario, c'è sempre per me e con questo gesto ho solo voluto ricambiarlo». Cosi si è preparato per settimane, sollevando pesi e mantenendosi in esercizio costante. Ma nonostante Hunter sia un lottatore e abbia il fisico piuttosto allenato, l'impresa non è stata facile e c'è stato un momento in cui i due erano sul punto di abbandonare la marcia. «Onestamente si, c'è stato un momento in cui abbiamo pensato di mollare - ha detto Hunter -, ad un certo punto Braden aveva una gamba infiammata in modo piuttosto serio. Eravamo al 50/mo km circa».







Poi la volontà ha avuto il sopravvento e dopo una piccola sosta i fratelli Gandee sono arrivati al traguardo in 30 ore, sfidando il caldo, la pioggia e il nemico numero uno, la stanchezza. «Ci siamo sforzati - ha detto Hunter stremato al traguardo - e ora siamo qui». Hunter ha fatto tagliare simbolicamente il traguardo al fratellino, sollevandolo per fargli toccare lo striscione posizionato all'arrivo. «Stanco», ha detto semplicemente Braden, quando gli è stato chiesto come si sentiva. Durante gli ultimi km della marcia, Hunter e Braden sono stati raggiunti dai genitori e da altri familiari che tramite Facebook hanno espresso la speranza che la marcia possa attirare l'attenzione di medici e tecnici per sperimentare nuove forme di mobilità per i malati di paralisi cerebrale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero