Nove film della Mostra di Venezia in tournée a Mosca e San Pietroburgo

Emma Dante e Alba Rohrwacher in una scena del film "Via Castellana Bandiera"
Dopo la soddisfazione dell’Oscar, dove il film di apertura della 70ma Mostra “Gravity” ha conquistato sette statuette, la BiennaleCinema porta a Mosca nove film...

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Dopo la soddisfazione dell’Oscar, dove il film di apertura della 70ma Mostra “Gravity” ha conquistato sette statuette, la BiennaleCinema porta a Mosca nove film dell’ultimo festival dall’11 al 15 marzo e in replica a San Pietroburgo dal 14 al 18 marzo. Si tratta della quinta edizione del Festival del cinema italiano. Da Venezia a Mosca, organizzato dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata d'Italia a Mosca.


Tra i 9 film italiani della Mostra di Venezia, diretta da Alberto Barbera , presentati a Mosca e San Pietroburgo, tre sono opere del Concorso di Venezia 70: “Sacro GRA”di Gianfranco Rosi, film vincitore del Leone d’oro; “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante; “L’intrepido” di Gianni Amelio. Per la sezione Orizzonti, “La prima neve” di Andrea Segre. Per la sezione Venezia Classici (documentari): “Bertolucci on Bertolucci” di Luca Guadagnino e Walter Fasano, “Non eravamo solo… ladri di biciclette. Il Neorealismo” di Gianni Bozzacchi e “Profezia. L’Africa di Pasolini”di Enrico Menduni. Saranno anche presentati il capolavoro del Leone d’oro alla carriera Francesco Rosi “Le mani sulla città” (1963), film vincitore del Leone d’oro 50 anni fa, in un restauro digitale a cura della Cineteca Nazionale di Roma presentato in prima mondiale in pre-apertura della 70. Mostra, nonché “Zoran, il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto, proveniente dalla sezione autonoma Settimana Internazionale della Critica.

Ad accompagnare i film a Mosca sono Anita Caprioli (interprete de “La prima neve”, che si recherà anche a San Pietroburgo), Walter Fasano (regista di “Bertolucci on Bertolucci”), Nicolò Bassetti (ideatore e sceneggiatore di “Sacro GRA”) e Matteo Oleotto (regista di “Zoran, il mio nipote scemo”).



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Il Messaggero