Appalti Mose, Lupi: «Completare l'opera». Galan: «Chiedo di essere ascoltato»

Appalti Mose, Lupi: «Completare l'opera». Galan: «Chiedo di essere ascoltato»
Sono tante le reazioni all'ondata di arresti che ha sconvolto Venezia. «Sul Mose sono il primo ad avere interesse che l'indagine in corso accerti le eventuali...

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Sono tante le reazioni all'ondata di arresti che ha sconvolto Venezia. «Sul Mose sono il primo ad avere interesse che l'indagine in corso accerti le eventuali responsabilità di singoli, che se acclarate vanno punite con la severità prevista dalla legge», dice il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi. «Il totale rinnovamento dei vertici del Consorzio Venezia Nuova relega eventuali colpe a gestioni del passato che non devono - sottolinea Lupi - rallentare o compromettere l'ultimazione dell'opera. Il Mose è realizzato all'85%, è completamente finanziato, va finito, nella più totale trasparenza, entro i tempi previsti e senza aumento dei costi. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha collaborato in questi mesi per portare avanti l'attività di costruzione del Mose, continuerà a farlo. Io sono ovviamente pronto a riferire al Parlamento sullo stato dell'opera».




Giancarlo Galan «Dalle prime informazioni che ho assunto e da quanto leggo sui mezzi d'informazione, nel dichiararmi totalmente estraneo alle accuse che mi sono mosse, accuse che si appalesano del tutto generiche e inverosimili, per di più, provenienti da persone che hanno già goduto di miti trattamenti giudiziari e che hanno chiaramente evitato una nuova custodia cautelare». Lo afferma Giancarlo Galan, in merito all'inchiesta sul Mose.



L'ex sindaco di Venezia «Bisognerà vedere con precisione di cosa si tratta ma non c'è dubbio che sia uno sconquasso politico incredibile». Questo il commento di Massimo Cacciari a Sky TG24 sull'inchiesta sul Mose. «Quello che genera mazzette in questo Paese - ha aggiunto l'ex sindaco di Venezia - è il modo in cui si fanno le grandi opere che è criminogeno. Vedi L'Aquila, o i Mondiali di nuoto, o il G8, o l'Expo. Le procedure con cui si fanno le grandi opere in Italia sono l'opposto di quelle federalistiche, e quindi in mano a pochi soggetti, pochi enti che fanno quello che vogliono».



Beppe Grillo attacca L'analisi dei Cinque Stelle è tutta politica Con la raffica di arresti disposti dalla procura di Venezia per gli appalti sul Mose, «larghe intese in manette». «Inchiesta Baita-Mose: arrestato sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni del Pd ed altri politici. In manette -scrive sul blog il vice presidente della Camera e deputato Cinquestelle, Luigi Di Maio- anche l'assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso di Forza Italia. Il Movimento 5 Stelle si occupa del Mose da quando è nato, su quell'opera abbiamo sempre mostrato preoccupazioni in merito ad utilità e meccanismi d'appalti».



Fassino e l'Anci «Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e della sua onestà». Questo il primo commento del presidente Anci Piero Fassino alla notizia dell'arresto del Sindaco di Venezia, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per il Mose. «Siamo sicuri - aggiunge Fassino - che la magistratura, nel compiere gli accertamenti successivi, giungerà rapidamente a stabilire la verità dei fatti, consentendo così ad Orsoni di ritornare alla sua funzione di sindaco di Venezia».



La giunta di Venezia sconvolta «Se ne parlava da un pò di tempo, la portata delle indagini era già chiara dalle prime fasi che avevano già portato importanti interventi della magistratura con arresti e avvisi di garanzia. Sorprende la vicenda specifica del Sindaco Orsoni perchè avrebbe una posizione diversa». A dirlo Gianfranco Bettin, assessore all'Ambiente del Comune di Venezia, commentando a Radio Capital gli arresti nella cosiddetta inchiesta Mose. «Il quadro - rileva Bettin - è quello che già si configurava e si è rivelato pesantissimo. Il modo in cui si sta realizzando l'opera, senza gara, la crescita abnorme attorno all'operazione di aziende del tutto fuori controllo, il rapporto strettissimo tra la politica e alcune imprese hanno creato le condizioni perchè capitassero cose del genere. Ora i lavori sono molto avanti, è difficile che si smonti ciò che è stato fatto finora. Si deve solo fare pulizia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero