Maker Faire, sfrecciando nel futuro con l'Hyper Board, la Ferrari degli skate

Maker Faire, sfrecciando nel futuro con l'Hyper Board, la Ferrari degli skate
In attesa dello skate board senza ruote che galleggia nell’aria come un hovercraft e che ancora per chissà quanto tempo funzionerà appunto solo come flebile prototipo, meglio...

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In attesa dello skate board senza ruote che galleggia nell’aria come un hovercraft e che ancora per chissà quanto tempo funzionerà appunto solo come flebile prototipo, meglio restare con le ruote per terra con la Ferrari degli skate. Già, non è che con questa definizione ci siamo sprecati, ma è che salendo sull’Hyper-bord del danese Sune Pedersen il vento comincia subito a soffiarti sulla faccia perché questa tavola supermuscolare, ma senza goffaggini, raggiunge i 40 kmh con 30 chilometri di autonomia.


Roba che, se si ha davvero fretta, richiede l’uso di casco e protezioni assortite. Ma che ebbrezza, che agilità, che differenza con gli accrocchi di quarant'anni fa quando, adolescenti nell’Imola dei motori e del circuito, applicavamo alle prime tavole di legno in arrivo da States e Inghilterra micidiali motori a scoppio espiantati (più alla Mel Brooks che alla Mary Shelley) dai decespugliatori. La manetta (sì, ABnormal...) era una funicella legata al polso, in questi ordigni micidiali che costarono, sull’asfalto rugoso della Tosa, numerosi metri quadrati di giovani epidermidi. E andò pure bene.



Adesso invece con l’Hyper board si sfreccia già nel futuro: la tavola del ragazzone danese e della Faraday Motion, realizzata in Italia dalle romane Ultimaker e 3D Italy, funziona con batterie elettriche a ricarica veloce, è dotato di quattro ruote che potrebbero quasi quasi affrontare i sampietrini di piazza Venezia, ha i freni a disco ed è in grado di portare, di sopportare fino a 130 kg di peso. Garantito, il quintale di chi scrive (ma anche Sune Pedersen non è un giunco) è stato scarrozzato dalla tavola di plastica senza battere ciglio (flessioni e scricchiolii) e riduzioni della manovrabiltà.



La meraviglia è la possibilità di guidare l’Hyper board con il cellulare, oltre che naturalmente, con un minimo di dimestichezza con gli equilibri richiesti dagli skate: grazie all’accelerometro e al giroscopio si regolano velocità, freni, partenze con una facilità immediatamente acquisibile. E poi non resta che scegliere il percorso.



Ma siamo o non siamo a Maker Faire, uno di quei rari luoghi in cui passa lo scetticismo sui prossimi anni dei nativi digitali e la voglia di favorirne la fuga all’estero? L’Hyper board si può infatti autocostruire in casa con un’ormai banalissima stampante 3D.



«Le uniche parti non realizzabili in casa - dicono Sune Pedersen e Marco Martelli, romagnolo di Imola (una spudorata coincidenza, lo giuriamo), di Ultimaker e 3D Italy - sono il motore, i freni, una parte del telaio e le cinghie di trasmissione. A seconda del modello, insomma, dal 50% all’80% è costruibile in proprio una volta scaricato il software».



A seconda del modello?


«Sì - continuano i due che hanno lo stand preso costantemente d’assalto - ce ne sono alcuni: il modello-base ha solo un motore e costa circa 500 euro, quello che è possibile provare qui alla Sapienza è il modello di punta, plurimotorizzato, e viene venduto a 1.750 euro. Sì, non è poco se si pensa a uno skateboard, per quanto evoluto, ma abbiamo già richieste da aziende ed è è chiaro che una maggiore produzione abbasserebbe drasticamente i prezzi. Il contenuto tecnologico del’Hyper board è elevato e questo ha colpito l’attenzione di molti player del settore. Non ci rivolgiamo certo solo al mondo dei ragazzi e dei giocattoli evoluti: questo è un vero e proprio mezzo di locomozione».

Se poi ci si diverte è anche meglio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero