Maker Faire 2015, grande successo per l'area kids. I geni del futuro si mettono alla prova

Maker Faire 2015, grande successo per l'area kids. I geni del futuro si mettono alla prova
Un successo incredibile. Numeri da record. L’area kids di Maker Faire 2015, lo spazio interamente dedicato ai giovani aspiranti maker dai 5 ai 16 anni, non conosce sosta e...

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Un successo incredibile. Numeri da record. L’area kids di Maker Faire 2015, lo spazio interamente dedicato ai giovani aspiranti maker dai 5 ai 16 anni, non conosce sosta e continua ad ospitare migliaia di bambini. Dopo la visita di ieri mattina delle scolaresche romane, oggi è stata la volta delle famiglie che in gran numero si sono presentate nei padiglioni T ed U della fiera, per far scoprire ai piccoli tutte le novità tecnologiche applicate al mondo dei giochi. Dai giocattoli in 3D ai piccoli robot interattivi, dalle composizioni con il legno fino alla musica interattiva, ogni isola e ogni room destinata ai giovani maker è stata presa d’assalto dai papà e dalle mamme che non hanno resistito all’evento. Ricordiamo che ogni 15 minuti i bambini, accompagnati da animatori scientifici esperti, possono partecipare in autonomia a percorsi didattici della durata di un’ora e mezza ricchi di esperienze STEAM (Scienza, Tecnologia, Engineering, Arte e Matematica). Inoltre ci sono Sette postazioni aperte, ricche di esperienze didattiche, dedicate al tinkering, al coding e all’educazione tecnica.


Sei aule, invece, sono dedicate alla realizzazione di workshop tecnologici, della durata di un’ora e mezza dedicati a programmazione, robotica e tinkering. Non può mancare un palco sul quale vengono realizzate dimostrazioni e spettacoli scientifici della durata di 15 minuti circa, ripetuti durante tutte le giornate dell’evento. Completano l’offerta un vero laboratorio attrezzato grazie al quale scoprire i segreti di tutti i macchinari più interessanti del “fai da te” digitale, che i bambini possono conoscere da vicino ed utilizzare con l’aiuto di veri maker, e una mostra interattiva. Insomma per i geni del futuro non manca davvero nulla.


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Il Messaggero