Droni e robot superstar: oltre 100mila persone alla tre giorni Maker Faire

Droni e robot superstar: oltre 100mila persone alla tre giorni Maker Faire
Una scommessa vinta. Un investimento azzeccato. O, più semplicemente, una “bella cosa”. Ognuno l'ha definita a parole sue. Quel che è certo è che la Maker Faire Rome...

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Una scommessa vinta. Un investimento azzeccato. O, più semplicemente, una “bella cosa”. Ognuno l'ha definita a parole sue. Quel che è certo è che la Maker Faire Rome 2015, la più grande fiera dell'innovazione d'Europa, è un evento che difficilmente d'ora in poi potrà essere ignorato. «All'ora di pranzo avevamo già superato 100 mila presenze, numeri molto incoraggianti se si considera che questo è il primo evento non sportivo, religioso, musicale che a Roma riesce a raggiungere un numero così elevato su un tema complesso come le nuove tecnologie e dell'innovazione». Non può nascondere la sua soddisfazione Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, l'organo istituzionale che per primo ha investito su questa manifestazione, fin dal 2013.




CAMPUS

La Sapienza per tre giorni è stata letteralmente invasa dai visitatori. È stata un'invasione positiva, carica di entusiasmo e creatività. Dallo stand del Messaggero, situato proprio al centro del campus, abbiamo potuto vivere dall'interno un'esperienza che rimarrà nel cuore della città. Già si moltiplicano le richieste che quello “spirito maker” di libera condivisione non finisca con questa manifestazione. Anche ieri, nell'ultimo giorno della fiera, le persone non sono state spaventate dal maltempo. E l'organizzatore Riccardo Luna ha ribadito che già non vede l'ora di ripartire, o meglio di continuare con questo percorso. Avvicinare il mondo dei makers a quello delle aziende, estendere il messaggio e la filosofia “open source” della Maker Faire: ecco la missione, già in parte raggiunta, da perseguire in ogni modo, per sottolineare come l'Italia sia capace di diventare un punto di riferimento europeo per l'innovazione tecnologica.



«Domani ci prenderemo un giorno di riposo», spiega a Messaggero Tv Massimiliano Colella, direttore generale di Asset Camera, colui che insieme a Riccardo Luna e al cofondatore di Arduino Massimo Banzi si mise in testa di esportare nella Capitale la grande fiera che prima del 2013 si teneva solo negli Stati Uniti. «Ma con Riccardo ci metteremo subito al lavoro per pensare a come far evolvere ancora questo evento. Pare che dovremo fare i conti con un afflusso di persone sempre maggiore».



SVOLTA


È vero, alla Sapienza si aggiravano fra gli stand un numero record di visitatori. Ma non è per quello che la Maker Faire di quest'anno rappresenta forse una svolta rispetto alle già riuscite edizioni dei due anni passati. Anche la qualità delle esposizioni è decisamente aumentata, ma ciò che davvero sorprende è qualcosa di più impalpabile dei numeri degli accessi o di quello dei makers presenti (circa 600). È l'atmosfera, la sensazione netta, che qualcosa di grande stesse accadendo. Che fra i padiglioni e i gazebi, fra i tanti robottini, fra schede e componenti di ogni dimensione, lì fra i dispositivi più particolari e anche apparentemente inutili, si stesse davvero costruendo il domani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero