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Indagine 50&Più: per più del 73% degli italiani, la famiglia è il punto focale per la ripresa sociale ed economica del paese
L’Associazione 50&Più – aderente a Confcommercio con oltre 330.000 iscritti su tutto il territorio nazionale – ha realizzato un’indagine, in collaborazione con l’istituto di ricerche di mercato Format Research Srl, dal titolo L’emergenza COVID-19, primi sintomi di impatto sociale e prospettive nel nuovo periodo. Un sondaggio che ha coinvolto 1.740 persone e da cui sono emerse aspettative diverse rispetto al prossimo futuro.
Il 16,7% degli intervistati, ad esempio, si dichiara fiducioso di un ritorno alla normalità di sempre al termine della pandemia rispetto al 60,4% del totale che pensa si scoprirà una nuova normalità. Ma c’è anche chi (22,9%) dichiara di non vedere prospettive per il futuro (figura 1).
La famiglia rientra tra i primi pensieri degli intervistati: il 73,7% ha dichiarato di essere maggiormente preoccupato per il benessere della propria famiglia nell’arco dei prossimi tre anni, facendo seguire il lavoro, la salute e le relazioni sociali (figura 2).
Inoltre, il 71% degli italiani si dice disposto a impiegare tempo e risorse alla cura della famiglia (figura 3) e nel 51,8% dei casi ritiene che il nucleo familiare sia il primo valore su cui investire per assicurare la coesione sociale tra i cittadini (figura 4).
“La pandemia, coni suoi effetti e i suoi risvolti, ci ha portato a riconsiderare il valore delle relazioni e degli assetti con cui fino ad oggi abbiamo organizzato le nostre vite. Con l’isolamento, le interazioni sociali ridotte, lo smartworking e la didattica a distanza, ci siamo trovati ad affrontare un rallentamento dei ritmi che ci ha permesso di riscoprire, nella maggior parte dei casi, la famiglia, il benessere dei nostri cari e una dimensione affettiva più intima”, ha commentato Anna Maria Melloni, direttrice del Centro Studi 50&Più.
Nei confronti del futuro politico del Paese, il 70,6% degli intervistati pensa che nei prossimi tre anni la voce degli italiani non sarà ascoltata dai politici (figura 5).
I lavoratori e i pensionati che hanno preso parte all’indagine hanno poi risposto a una domanda sulla loro condizione economico-finanziaria nell’anno del Covid. Il 36,5% dei lavoratori ha dichiarato di non aver subito alcuna riduzione della propria attività lavorativa, mentre il 2,8% ha perso il lavoro e il 30,7% si è visto ridurre l’orario lavorativo e il reddito percepito. Una situazione più felice, invece, per i pensionati che solo nel 3,7% dei casi hanno subito una riduzione della pensione (figura 6).
Il 50,8% dei pensionati intervistati, infatti, ha supportato economicamente la propria famiglia in questi mesi con un 15,3%, in particolare, che ha dichiarato di aver ceduto abbastanza spesso una parte della pensioneper sostenere i familiari in difficoltà (figura 7). “La silver economy ha un effetto importante sull’economia italiana e in periodi di profonda crisi, come quello che stiamo vivendo, costituisce anche un importante supportoper molte famiglie. Sono i nonni e gli over 60, infatti, che sempre più spesso compensano le difficoltà economiche dei singoli nuclei, aiutando figli e nipoti” dichiara Gabriele Sampaolo, Segretario Generale dell’Associazione 50&Più.
Alcune differenze sono state rilevate anche in merito alle condizioni in cui gli italiani hanno trascorso il lockdown. Il 57,9% del campione, ad esempio, non ha riscontrato difficoltà nell’utilizzo delle tecnologie e il periodo di lockdown si è rivelato utile per più della metà (52,3%) degli intervistati che hanno sfruttato la permanenza domestica per migliorare la propria alfabetizzazione digitale. In ultimo, più del 65,3% del totale ha vissuto una situazione di particolare isolamento sociale con un picco che interessa la fascia tra i 35 e i 64 anni. Una variabile che potrebbe dipendere dalle particolari condizioni che caratterizzano questa fase di vita. È probabile che in questo gruppo, infatti,si ritrovino lavoratori con figli piccoli o adolescenti e persone che, nel frattempo, devono occuparsi dell’assistenza di genitori o parenti anziani. Una situazione già di per sé delicata che, durante il lockdown, ha dovuto fare i conti con la didattica a distanza e lo smart working in spazi casalinghi non sempre idonei, e l’impossibilità di prestare assistenza continuativa a causa delle restrizioni per prevenire il contagio.
L'articolo Indagine 50&Più: il welfare riparte dalla famiglia proviene da WeWelfare.
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