Marino, il giovane medico sempre disponibile che aiutò Il Messaggero a salvare una bambina

Marino, il giovane medico sempre disponibile che aiutò Il Messaggero a salvare una bambina
ROMA - Era il maggio 1987. C'era una bambina romana, Francesca, che non aveva neanche un anno e rischiava la vita: senza un trapianto di fegato non sarebbe arrivata a Natale....

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ROMA - Era il maggio 1987. C'era una bambina romana, Francesca, che non aveva neanche un anno e rischiava la vita: senza un trapianto di fegato non sarebbe arrivata a Natale. C'erano i lettori del Messaggero, pronti a darle una mano. C'era un giovane medico italiano su cui si poteva contare: non si tirava mai indietro, sempre pronto ad aiutare chi aveva bisogno.




Quell'intervento, da effettuare negli Usa, a Pittsburgh, nel maggior centro mondiale di trapianti di fegato del mondo, costava mezzo miliardo di lire. Il Messaggero aprì una sottoscrizione, i lettori risposero come sempre alla grande. Non passò neanche un mese e fu raccolto un miliardo: la piccola Francesca poteva partire per il viaggio della speranza. Lunghi mesi d'attesa in un residence di Pittsburgh, poi, a novembre, il trapianto. Una crisi di rigetto, un secondo trapianto: questa volta tutto bene. A febbraio Francesca tornò a Roma: la battaglia per la vita era stata vinta. Tutto grazie ai nostri lettori che, ancora una volta, non avevano tradito e avevano risposto all'appello alla solidarietà lanciato dal nostro, il loro, giornale. Tutto grazie all'eccezionale équipe che l'aveva operata. Tutto grazie anche a quel giovane medico 34enne che aveva lavorato a Pittsburgh per oltre un anno e aveva fornito sul posto tutta l'assistenza possibile alla famiglia della bambina e la consulenza necessaria al nostro giornale per quanto riguardava l'aspetto logistico e scientifico della nostra iniziativa: tutto gratis e con lo slancio di chi ama il proprio lavoro. E l'Italia.



Quel giovane medico, dopo un anno passato a Pittsburgh, si era visto offrire la possibilità di restare a lavorare ancora in quel centro di prestigio mondiale. Disse grazie, con legittimo orgoglio. E aggiunse: «Grazie, ma è ora di tornare a Roma e mettere a disposizione del mio Paese quello che ho imparato qui». Quello che accadde da quel momento in poi è la storia di un lungo viaggio che finisce, per il momento, nella capitale. Quel giovane medico si chiamava Ignazio Marino. Da oggi è il nuovo sindaco di Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero