I politici snobbano la serata di gala: solo il ministro Bray e due parlamentari

Un momento della serata di gala (foto Attualità)
VENEZIA - No, grazie. E pensare che la prima al Lido, con la sua passerella, il film in Sala Grande, la cena di gala con i menu pantagruelici, era stata sempre stata ambitissima....

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VENEZIA - No, grazie. E pensare che la prima al Lido, con la sua passerella, il film in Sala Grande, la cena di gala con i menu pantagruelici, era stata sempre stata ambitissima. Si sgomitava, per esserci. E i politici, che arrivassero da Palazzo Chigi o da un consiglio di quartiere veneziano, facevano di tutto per essere presenti. Per dire: non troppi anni fa ci fu una mezza baruffa in consiglio comunale a Venezia perché i 36 eletti non erano (così come non sono adesso) contemplati nell'elenco degli invitati.




Guarda un po', quest'anno non solo non c'è stata ressa di domanda, sono pure piovute le disdette. E a dire "no grazie" sono stati soprattutto i politici. Niente di male, sia chiaro. Non è dato a sapere se la mancata partecipazione sia dovuta a una precisa scelta nel nome della sobrietà o per impedimenti oggettivi. Comunque sia, citando Nanni Moretti ("Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?"), stavolta le assenze si sono notate. Eccome.



Del Governo, nessuno. E questo si sapeva: c'era Consiglio dei ministri, il titolare del dicastero della Cultura, Massimo Bray, è riuscito a raggiungere la spiaggia dell'Excelsior solo per la cena di gala (lunedì, comunque, sarà di nuovo qui). Nessun altro di Palazzo Chigi (Cécile Kyenge è annunciata sempre lunedì per una tavola rotonda) così come del Quirinale (ma il Capo dello Stato è dato praticamente per certo dal 6 all'8 settembre). Sottosegretari? Nessuno. Parlamentari? A rispondere affermativamente all'invito della Biennale solo Simona Bonafè e Corradino Mineo. Dal ministero dell'Interno solo il capo di gabinetto Luciana Lamorgese, che però a Venezia era di casa essendo stata per anni prefetto.



E i politici locali? Tolti i componenti del Cda della Biennale, "obbligati" se non altro dal ruolo alla presenza (il governatore Zaia, la presidente della Provincia Zaccariotto, il sindaco Orsoni), pochi esponenti delle istituzioni veneziane e venete. Perfino gli assessori del Comune, tolta la Vettese alla guida della Cultura, hanno dato forfait: "Noi del Pd eravamo a un dibattito alla festa democratica a Zelarino", ha spiegato Alessandro Maggioni. Con le primarie e, chissà, le elezioni incombenti, si può anche capire. Ma i politici degli altri partiti? Stessa motivazione, probabilmente. Hanno declinato l'invito Renato Brunetta e Sandro Bondi. E perfino Gianni Letta, di cui si ricordano i fischi sul red carpet immediatamente smentiti dalla Biennale quand'era sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non è calato al Lido. Degli ex ministri alla Cultura, oltre a Galan hanno detto no grazie anche Veltroni e Ornaghi, presente solo Rutelli.



Quanto ai numeri, dei mille invitati solo 400 - assenti compresi nel numero - erano nell'elenco della Biennale (di cui circa un terzo della delegazione del film di apertura della Mostra, il "Gravity" di Alfonso Cuaròn). Metà della tenda trasparente installata sulla spiaggia dell'Excelsior era infatti riservata agli ospiti degli sponsor della Mostra del cinema (stavolta, peraltro, con una suddivisione netta degli spazi).



E se gli ospiti erano ansiosi di cenare accanto alle star hollywoodiane, sai la delusione: Sandra Bullock i più non l'hanno neanche vista, George Clooney si è fermato per un saluto e subito se n'è andato. Non che ieri, del resto, siano tornati al Lido. Semmai, il giorno dopo l'apertura, si respirava quasi aria da "smontaggio": gli operai sulla spiaggia a smontare la tenda trasparente della cena di gala, la terrazza dell'Excelsior priva del "circo" dei momenti di punta, niente code all'ingresso delle sale. Al secondo giorno di Mostra. Mah. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero