Maker Faire, Rutelli: «Con i makers per ricostruire i capolavori distrutti dal terrorismo»

Maker Faire, Rutelli: «Con i makers per ricostruire i capolavori distrutti dal terrorismo»
"Rinascono" dalle loro ceneri alcuni dei capolavori distrutti a Palmira e Ninive dalla furia del terrorismo dell'Isis. A riportarli alla luce sarà una stampante 3D alta oltre...

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"Rinascono" dalle loro ceneri alcuni dei capolavori distrutti a Palmira e Ninive dalla furia del terrorismo dell'Isis. A riportarli alla luce sarà una stampante 3D alta oltre 10 metri esposta in questi giorni alla manifestazione Maker Faire di Roma.




Le prime due riproduzioni, in scala 1 a 1, dovrebbero essere pronte entro dicembre per essere presentate proprio nella capitale. Un progetto firmato dall'associazione 'Incontro di civilta« presieduta da Francesco Rutelli, che oggi, nell'ambito delle iniziative della Maker Faire, è stato intervistato allo stand del Messaggero e ha illustrato i dettagli dell'operazione. «Il nostro obiettivo? Il terrorismo ha pensato di poter distruggere per sempre i grandi capolavori patrimonio dell'umanità, noi con questo progetto dimostriamo invece che grazie alla tecnologia e alla creatività l'idea della distruzione può essere sconfitta«, ha spiegato Rutelli. »La novità è che qui l'originale non c'è più, ma noi riusciamo a riprodurlo con le immagini ed i supporti che sono a disposizione della comunità scientifica, per poi restituirlo all'umanità. Siamo molto orgogliosi perchè questa è un'operazione tutta italiana, politico-culturale che si riassume in una parola: volontariato«. E se a dicembre si parte con la ricostruzione in 3D di due bassorilievi, »in prospettiva - ha concluso Rutelli - il nostro scopo è di non escludere affatto anche le architetture«. Presenti alla presentazione del progetto anche Riccardo Luna, consigliere per l'innovazione della presidenza del Consiglio, Paolo Matthiae, archeologo di fama mondiale, Emanuele Emmanuele, presidente della fondazione Terzo Pilastro e Maker Faire Rome - The European Edition. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero