Dai big data ai “live data” per conoscere il welfare delle persone

Dai big data ai “live data” per conoscere il welfare delle persone
Lifeed lancia people analytics: una nuova metodologia di analisi dei dati per conoscere e migliorare il welfare delle persone ...

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Lifeed lancia people analytics: una nuova metodologia di analisi dei dati per conoscere e migliorare il welfare delle persone

Lifeed, la piattaforma di formazione aumentata digitale e real life che trasforma le transizioni di vita in efficacia professionale, annuncia la creazione di Lifeed People Analytics, la divisione che si occupa di analisi quali-quantitativa in grado di trasformare informazioni destrutturate fornite dai dipendenti, in categorie di dati misurabili su emozioni e comportamenti: elementi fondamentali per la definizione di strategie per la crescita delle competenze, della produttività, per la creazione di piani di sviluppo personale coerenti e l’employer branding. A capo della divisione People Analitycs è stata nominata Chiara Bacilieri specializzata in psicologia sociale e comportamentale, ricercatrice e docente presso l’Università Cattolica di Milano, con esperienza nell’analisi dei comportamenti e la psicologia dei consumi.

I dati raccolti con questa metodologia permettono l’analisi e la misurazione della narrazione che le persone fanno di sé, della transizione che stanno vivendo, delle sfide, emozioni e comportamenti in azienda e fuori, di preferenze e competenze che esprimono non rispondendo a percorsi e domande chiuse. Emergendo dal racconto libero, con tutte le sfumature del discorso, i big data che emergono diventano live data, perché sono dati vivi, cangianti estrapolati da momenti di vita e aggregati. Per questo, secondo Lifeed, più efficaci per la gestione del capitale umano di una organizzazione, capaci di incidere su competenze e formazione, su crescita e soddisfazione delle persone.

La metodologia che Lifeed ha messo a punto travalica i limiti di indagini sul clima aziendale o analisi di scenario per essere vera e propria formazione basata però su due elementi centrali: big data e narrazione libera. Lifeed trasforma informazioni destrutturate dense di significato e ricche di sfumature in dati misurabili che aiutano l’organizzazione a fare emergere competenze, crea motivazione ed engagement, misura l’impatto della formazione stessa sulle competenze, permette di costruire piani di sviluppo che si fondano sulla dimensione identitaria delle persone.

“In un momento in cui la transizione generata dal covid19 ha messo in luce in modo definitivo la complessità preesistente tra vita e lavoro, mentre il distanziamento ha isolato le persone – ha dichiarato Riccarda Zezza fondatrice di Lifeed e CEO della società– molte aziende hanno compreso la necessità di ascoltare in modo più ampio le persone della propria organizzazione. Conoscere le proprie persone è oggi importante quanto conoscere i propri clienti e consumatori, e i sondaggi tradizionali non sono in grado di monitorare questa complessità. I nostri percorsi formativi, basandosi sulla vita e sulla narrazione che le persone fanno di sé per far emergere in modo naturale le competenze soft che allenano, sono una fonte di dati “vivi”, dinamici e destrutturati che la nostra divisione Lifeed People Analitycs estrae, aggrega e analizza, rivelando alle organizzazioni la ricchezza nascosta nelle loro persone. Un’indicazione importante per gli HR manager e i leader all’interno delle organizzazioni: conoscere non solo le competenze, ma anche i bisogni, le aspirazioni, le dimensioni identitarie e i tratti caratteriali delle persone, fa crescere l’organizzazione”.

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Il Messaggero