Omicidio Willy, un amico degli imputati: «Fu Marco a tirare il calcio, Gabriele non lo ha nemmeno visto»

Omicidio Willy, un amico degli imputati: «Fu Marco a tirare il calcio»
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«Quella doveva essere una serata molto tranquilla, per colpa di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia è successo un macello. Urlavo a Marco e a Gabriele Bianchi che stavano prendendo le difese delle parti sbagliate. Ricordo che Marco colpì Willy con un calcio, Gabriele era dall'altra parte della siepe, non lo ha nemmeno visto». A parlare, ascoltato come testimone nell'aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, è Omar Shabani, amico da dieci anni dei fratelli Bianchi e ai domiciliari per spaccio di stupefacenti nell'ambito di una stessa indagine che li vede coinvolti.

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«Mentre Vittorio, Marco e Gabriele si erano allontanati con le tre ragazze - ricorda Omar - io e Michele Cerquozzi aspettavamo che tornassero nella stessa zona della movida dove si trovavano pure Pincarelli e Belleggia. Il primo provocava tutti, prima togliendo la sigaretta di bocca a uno, poi facendo apprezzamenti a una ragazza con il fidanzato, l'altro si è messo in mezzo, colpendo con il gesso il ragazzo con cui discuteva e facendolo cadere dalle scale.  Ho detto a Michele di chiamare gli altri, perché venissero a prenderci per riportarci dalle nostre compagne che ci aspettavamo ad Artena, ma non ci rispondevano».

E continua: «Quando sono arrivati Marco e Gabriele, si sono avvicinati a Belleggia e Pincarelli. Sono partiti spintoni, schiaffi e pugni. Ma stavano prendendo le parti di quelli che avevano sbagliato tutto. Quello che è successo è colpa loro - incalza il testimone - mi sono buttato verso di loro, erano vicini tutti e quattro. Ho acchiappato Gabriele e gli ho detto di fermarsi, ho urlato dicendo di andarcene. Per un attimo Gabriele mi ha dato retta, Marco si è trovato davanti Willy e l'amico che ha alzato le braccia dicendo che non c'entravano nulla. Preso forse dall'adrenalina, Marco ha tirato un calcio che ha colpito Willy, facendolo cadere a terra. Belleggia gli ha tirato un calcio in faccia mentre provava a rialzarsi, ancora a terra, mentre Pincarelli infieriva. Ho preso Francesco Belleggia da dietro la camicia, quando siamo saliti in macchina ho iniziato a gridare. Sono convinto che i fratelli Bianchi siano intervenuti in quel modo credendo fossi io ad aver bisogno».

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Il Messaggero