Volantini a luci rosse lanciati dall'auto o affissi sui muri ad Arpino, individuato lo stalker: è un 70enne di Frosinone

L'uomo individuato dai carabinieri grazie alle telecamere e ai pedinamenti: per lui braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento

Volantini a luci rosse lanciati dall'auto o affissi sui muri ad Arpino, individuato lo stalker: è un 70enne di Frosinone
Mesi di persecuzione con lettere anonime, contenenti particolari intimi di una presunta relazione finita. Lettere che venivano lanciate dal finestrino della sua auto in corsa...

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Mesi di persecuzione con lettere anonime, contenenti particolari intimi di una presunta relazione finita. Lettere che venivano lanciate dal finestrino della sua auto in corsa oppure affisse sui muri di edifici del centro storico di Arpino. Finisce nei guai un 70enne di Frosinone che, a seguito di accurate indagini, pedinamenti e riscontri con le telecamere di videosorveglianza, è stato identificato come l'autore delle epistole rivolte ad una donna di mezza età oggetto delle sue particolari e morbose attenzioni. Quest'ultima, che si era identificata nella destinataria delle missive pur anonime, nelle quali l'uomo aveva raccontato alcuni particolari privatissimi della love story, aveva sporto denuncia presso la locale stazione dei carabinieri.

LE ACCUSE

L'uomo è accusato di atti persecutori e stalking e nei suoi confronti sarebbero state già adottate misure cautelari: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento alla donna e nei luoghi da lei abitualmente frequentati. Le indagini comunque vanno avanti per verificare eventuali responsabilità anche in ordine ad un'altra vicenda che lo vedrebbe coinvolto, anche questa molto delicata e già oggetto di alcune denunce, sempre con lo stesso modus operandi.
Tutto è iniziato lo scorso anno, una decina gli episodi segnalati alle forze dell'ordine e di cui in paese si chiacchierava animatamente davanti ai bar. Una vicenda torbida, condita di dettagli piccanti che ha tenuto banco per diversi mesi nella città di Cicerone. In uno dei primi episodi l'uomo sparse per strada una lettera, non particolarmente lunga ma carica di allusioni e di ricordi, di emozioni e risentimento per una storia finita forse a causa di un tradimento. C'era qualche riferimento a persone precise, ad un consulente legale a cui lasciava campo libero con la sua ex definita «attrice scaltra e da Oscar», come la chiamava nelle lettere. Nelle ultime righe anticipava che ci sarebbe stato lavoro per il postino. L'uomo che per diversi mesi è stato definito in paese "l'amante misterioso" era abbottonato, enigmatico.

In un'altra occasione parlò di un «mandrillo delle case popolari», in un'altra occasione affisse dei fogli rosa sul muro al di sotto dell'ex ospedale Santa Croce. Scriveva versi che trasudavano amore e rimpianto in un tentativo estremo di riconquistare la sua amante dopo due anni di relazione bruscamente interrotta. Nuvole, stelle, sole e luna nelle parole condite di frasi ad effetto, come quella in cui diceva: «siamo stati un corpo unico e ci siamo amati senza limiti e liberamente ma un giorno hai chiuso la porta, con il tuo corpo ancora caldo del mio».
E poi in piazza Conti, dopo alcune settimane, nel quartiere nei pressi della statua di Padre Pio. Quella volta fu un foglio giallo pieno di considerazioni, ricordi, rimpianti e pure qualche espressione forte.

IL TERZO UOMO

Spuntò pure un terzo uomo, forse la ragione della storia finita. Dettagli imbarazzanti. Una lettera stampata su un foglio azzurro formato A3 (foto) comparve ancora in Corso Tulliano, a pochi metri dall'ingresso principale di Palazzo Sangermano, uno scritto a tratti poetico nel quale affioravano delusione ed amarezza. Insomma mesi e mesi imbarazzanti per la signora che vive alla periferia del paese e che ha figli e nipoti, che ha vissuto un vero e proprio incubo.

L'uomo alla fine è stato smascherato dai carabinieri del luogotenente Sbardella che hanno dettagliatamente ricostruito un pezzo alla volta il mosaico della vicenda denunciandolo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino.
 

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Il Messaggero