Lo denuncia per violenza sessuale dopo un flirt, 37enne di Isola Liri assolto grazie alla cartella clinica

Secondo il consulente medico-legale le ferite non erano compatibili con un rapporto non consenziente

Lo denuncia per violenza sessuale dopo un flirt, 37enne di Isola Liri assolto grazie alla cartella clinica
Dopo sei anni di processo per violenza sessuale e lesioni personali viene assolto perché il fatto non sussiste. Finisce l'incubo per un 37enne di Isola Liri...

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Dopo sei anni di processo per violenza sessuale e lesioni personali viene assolto perché il fatto non sussiste. Finisce l'incubo per un 37enne di Isola Liri (all'epoca 31enne) che era stato accusato da una 38enne, che di anni oggi ne ha 44. Una vicenda che prende il via nella primavera del 2016, in un parco pubblico della città delle cascate dove i due si conobbero mentre portavano a spasso i loro cagnolini. È bastato poco per far scattare una simpatia e poi un'attrazione fisica. I due si videro ed ebbero un primo rapporto sessuale. Era d'estate. Due sere dopo si incontrarono in un locale e al termine della serata andarono a casa dell'uomo dove, dopo aver giocato a dama, ebbero un altro rapporto.

La mattina dopo la donna si recò presso il pronto soccorso di Frosinone dal quale uscì con una prognosi di 10 giorni e con lesioni alla mammella e al collo, abrasioni alle labbra ed un succhiotto al collo. Quindi la denuncia e l'acquisizione tramite autorizzazione della procura della cartella clinica da parte dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Daniele Sperduti e Francesco Venafro. Un atto che si rivelerà fondamentale. Partì quindi il processo durante il quale sono stati escussi diversi testi e la parte offesa. La donna, secondo quanto si legge nella sentenza pronunciata nei giorni scorsi, avrebbe reso dichiarazioni incompatibili con una violenza, almeno stando proprio con quanto contenuto nella cartella clinica.

Secondo il consulente tecnico mancano tra le evidenze «segni di percosse o di lesività in zone corporali non di interesse erogeno: agli arti superiori ed inferiori, al collo, torace, all'addome e al volto provocate da parte dell'aggressore nel tentativo di bloccare la reazione di una partner non consenziente».

Ed ancora, si legge nella sentenza, «gli elementi anatomo-clinici obiettivati presso il pronto soccorso di Frosinone apparivano compatibili con un ordinario rapporto sessuale tra parti consenzienti. Anche le abrasioni da graffio benché meno frequenti sono state ritenute compatibili con un atto consensuale», seppur spinto. Nel corso del processo, l'imputato ha dichiarato che è «stata la donna a recarsi sotto la sua abitazione dopo aver trascorso insieme la serata, ha negato di aver usato violenza essendosi limitato a qualche succhiotto» nell'ambito di un rapporto descritto come «passionale».

Secondo l'imputato, la donna invaghita di lui, colta da gelosia, «non avrebbe tollerato che il partner la mattina seguente l'ha lasciata sola nella sua abitazione per allontanarsi in compagnia di un'altra donna». Il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione per il reato di violenza sessuale e la condanna a quattro mesi per quello di lesioni colpose. La composizione collegiale del Tribunale di Cassino, composta dai magistrati Tania Tavolieri, Martina Di Fonzo e Gaetano La Milza hanno assolto l'uomo dalle pesanti accuse perché il fatto non sussiste.
 

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Il Messaggero