Ceprano. Uccise il compagno, Pamela resta in carcere

La Corte di Cassazione
IL CASO «Non c'è nulla da ricostruire o approfondire,...

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IL CASO


«Non c'è nulla da ricostruire o approfondire, ogni aspetto è stato incardinato nella piena legalità processuale». Si riassume così la motivazione, per definizione esclusivamente in punta di diritto, della Corte di Cassazione sull'omicidio di Felici Lisi. Il giovane di 23 anni assassinato il 31 maggio 2017 a Ceprano dalla compagna Pamela Celani di 27 anni originaria di Alatri, condannata in via definitiva, proprio dalla Cassazione che lo scorso anno aveva rigettato il suo ricorso, a 16 anni di reclusione. Felice e Pamela vivevano sulle sponde del lago di Ceprano, in un'abitazione di via Guardaluna, nel corso di una lite la ragazza gli sferra una pugnalata al cuore. Nei momenti successivi tenta di inscenare il suicidio del ragazzo, ma dopo due settimane confessa: «Sono stata io, l'ho colpito nel corso di una lite». Undici mesi dopo, il 28 aprile 2018, dinanzi al Gup del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, con il rito abbreviato (assistita dall'avvocato Alessio Angelini) viene condannata a 16 anni di carcere. Una sentenza, quella di primo grado, sulla quale ha pesato la perizia psichiatrica su Celani. Ad eseguirla il dottor Stefano Ferracuti (lo stesso professionista che si è occupato, per conto della corte d'assise d'appello di Roma, dell'omicidio di Gilberta Palleschi), il quale riconosce la capacità d'intendere e di volere al momento del fatto e la piena capacità di stare in giudizio della 27enne. La difesa presente appello, ma anche la Corte d'Assise d'appello di Roma, sezione prima, il 26 giugno 2019 conferma la sentenza di condanna a 16 anni. C'è stato il ricorso in Cassazione, sei mesi dopo arriva il rigetto del ricorso e recentemente la motivazione. Pamela Celani dal 31 maggio 2017 non è più uscita dal carcere ha girato diversi penitenzieri: da Rebibbia, a Barcellona Pozzo di Gotto, fino al Sollicciano di Firenze, dove sta seguendo un percorso per il reinserimento che si prevede lungo e difficile. La famiglia del ragazzo assistita dall'avvocato Claudio Persichino, più volte ha fatto sapere che «il dolore per la perdita di Felice è immenso, ma giustizia è stata fatta».

Vincenzo Caramadre Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero