Risponde a un annuncio di lavoro e finisce a capo di una truffa, processata e assolta per trenta volte

Continua la disavventura giudiziaria di una 35enne di Frosinone

Risponde a un annuncio di lavoro e finisce a capo di una truffa, processata e assolta per trenta volte
Risponde ad un annuncio di lavoro in rete, ma viene coinvolta in un giro di truffe che le costano trenta procedimenti penali: sempre assolta.   Lei, una 35enne di...

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Risponde ad un annuncio di lavoro in rete, ma viene coinvolta in un giro di truffe che le costano trenta procedimenti penali: sempre assolta.   Lei, una 35enne di Frosinone, aveva a suo carico ben 30 procedimenti penali. Nei giorni scorsi con l’ultimo processo che si è celebrato presso il tribunale di Frosinone si è chiuso il cerchio intorno a questa vicenda che ha fatto soffrire non poco l’imputata in quanto accusata di una mega truffa delle carte prepagate.

I fatti risalgono al 2015 quando la ragazza, da tempo in cerca di lavoro, aveva letto un annuncio su “Subito.it” piuttosto interessante. Un commercialista di Milano proponeva di acquistare delle prepagate per suo conto e poi doveva consegnarle al titolare di un distributore di benzina che si trovava a Roma. Quelle schede servivano allo studio per fare dei regali ai clienti più facoltosi durante le festività natalizie. La donna aveva seguito alla lettere le istruzioni impartite. 

 

LE COMMISSIONI

Per quella commissione avrebbe ricevuto 200 euro, mentre per l’acquisto delle carte (circa 480 euro) avrebbe ricevuto il denaro sul suo conto corrente. Negli uffici postali dove aveva acquistato le prepagate ovviamente aveva dovuto lasciare i suoi documenti ed il codice fiscale. Purtroppo la sventurata ragazza non sapeva di essere finita nella rete di una organizzazione ben ramificata in tutta Italia che utilizzava quelle carte per mettere a segno delle truffe.

Il modus operandi era questo: un falso operatore che era riuscito ad entrare nel sistema della Lottomatica contattava i tabaccai dicendo loro che c’erano stati dei problemi sul “cervellone” e che per effettuare delle verifiche dovevano effettuare tre versamenti di 999 euro ciascuno su alcune carte delle quali veniva fornito il numero. Ma si trattava delle carte che aveva acquistato la ragazza.  

L’operatore poi assicurava che tali versamenti essendo una prova, sarebbero stati subito cancellati. La truffa è venuta fuori quando numerosi esercenti si sono accorti che quel denaro che aveva versato come prova non era stato azzerato. Le truffe va detto, erano state consumate in diverse parti d’Italia. La 35enne disperata, si è rivolta agli avvocati Alessia Turriziani Giuseppe Lo Vecchio e Paolo Arduini per essere rappresentata nelle opportune sedi. E proprio grazie ai legali che sono riusciti a smontare tutto il castello accusatorio dimostrando l’innocenza della loro assistita, per la trentesima volta la donna è stata assolta per «non aver commesso il fatto». 
 

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Il Messaggero