Villa Latina, tradizioni da rilanciare ma il museo è introvabile

Villa Latina, tradizioni da rilanciare ma il museo è introvabile
Sarebbe bello arrivare al museo della zampogna. Se ci fosse un cartello che dopo quello all'incrocio, poco dopo l'ingresso del paese, indicasse dove si trova....

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Sarebbe bello arrivare al museo della zampogna. Se ci fosse un cartello che dopo quello all'incrocio, poco dopo l'ingresso del paese, indicasse dove si trova. Perché svoltando a destra e seguendo la strada si arriva fino al municipio, con vicino la chiesa, ma di indicazioni per il museo nemmeno l'ombra. Si può girare intorno al centro, percorrere un paio di strade, ma di cartelli neanche a parlarne. Sarebbe bello anche fare il percorso di David Herbert Lawrence, lo scrittore inglese che nella vicina Picinisco trovò l'ispirazione per scrivere "La ragazza perduta". Peccato che il cartello sia a dir poco sbiadito. Fortuna che perdersi al centro di questo fazzoletto di terra della Val Comino, dedito per la maggior parte ancora alla pastorizia, sia pressoché impossibile.


Proprio dalle tradizioni dei pastori, oltre che dalla manualità degli artigiani di un tempo, deriva la presenza di zampogne. Che si costruivano, da queste parti, ma poi a Scapoli, in provincia di Isernia, sono stati più abili a sfruttare il filone e adesso la festa di fine estate a Villa Latina è residuale rispetto al festival sullo strumento che fanno a meno di 35 chilometri di distanza.
«Lo stanno ristrutturando - dicono in un bar - il museo potrebbe essere un'attrazione, è vero, ma ci vuole impegno». È quello che i pochi cittadini che incontriamo chiedono al sindaco che verrà. Lo fanno scoraggiati, a dire il vero «tanto chi vince vince, cambia poco».
Perché amministrare un posto del genere, oltre l'ordinario, non deve essere facile. La natura c'è, la tradizione anche, la pastorizia, ma tutto deve essere messo insieme e reso fruibile.Magari insieme alla devozione per Padre Pio, del quale si trovano statue in diversi punti, a cominciare da quella a fianco alla chiesa centrale, della Santissima Annunziata. Cosa che evidentemente, finora, non è stato.
C'è anche una scuola elementare che riporta ai fasti littori, abbandonata a se stessa. Una targa ricorda che è stata destinata a "Casa della pace" ma ormai è tutto chiuso e abbandonato. Fortuna che una scuola moderna c'è, poche decine di metri prima di arrivare a quella cadente. Contraddizioni che sono qui come altrove, attenzione, ma fanno la differenza tra essere attrattivi o meno.

L'ECONOMIA


Detto della pastorizia, con formaggi di pecora che tutti garantiscono essere straordinari, molti vanno a lavorare nei dintorni, fabbriche o uffici pubblici. Poche le attività in zona, ma del resto gli abitanti ufficiali superano i 1000 ma i residenti sono molti di meno. Quando si pensava in grande, qui c'è stata persino l'idea di un palazzetto del ghiaccio. Il campo di calcio, un tempo, era tra i migliori del territorio. Anche lo sport potrebbe essere un vòlano per lo sviluppo. Un rilancio potrebbe arrivare, inoltre, dal turismo in sinergia con i luoghi circostanti a partire da Picinisco ad esempio. Se si riuscisse, intanto, almeno a far trovare a chi arriva il museo della zampogna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero