Thomas ucciso, al setaccio i nuovi telefoni dei Toson: oggi l'incontro al Racis Carabinieri

Roberto (a destra) e Mattia Toson
Si lavora anche in piena estate per la soluzione dell'omicidio di Thomas Bricca, il ragazzo assassinato il 30 gennaio ad Alatri per il quale sono in carcere Roberto e Mattia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Si lavora anche in piena estate per la soluzione dell'omicidio di Thomas Bricca, il ragazzo assassinato il 30 gennaio ad Alatri per il quale sono in carcere Roberto e Mattia Toson, padre e figlio. A poco meno di un mese dal loro arresto (è avvenuto il 18 luglio) e dopo che il Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai loro avvocati, oggi - mercoledì 16 agosto -  ci sarà l'estrazione delle "copie forensi" dei telefoni che sono stati sequestrati ai due al momento dell'arresto.

L'appuntamento è al Racis dei carabinieri, a Roma, alla presenza dei periti di parte. Si potrà sapere subito se c'è qualcosa di utile o meno, poi ci vorrà tempo per estrapolare tutto. È forse l'ultima tessera mancante al mosaico costruito dagli investigatori diretti dal procuratore capo Antonio Guerriero che insieme alla collega Rossella Ricca e ai carabinieri del comando provinciale, agli ordini del colonnello Alfonso Pannone, ha lavorato senza sosta al caso. Padre e figlio sono accusati di aver ucciso il ragazzo. Volevano sparare a Omar Haoudi, ma colpirono Thomas che aveva un giubbotto chiaro come il giovane di origine marocchina. Perché i due telefoni sono importanti? Roberto e Mattia hanno continuato a usare gli apparecchi senza più essere intercettati perché l'informativa dei carabinieri in Procura era stata inviata. Né erano intercettati altri, com'è stato nella prima fase dell'indagine per risolvere il rompicapo. Hanno parlato tra loro dell'omicidio? Hanno mendato messaggi per cercare di tenere a bada testimoni "scomodi" che in realtà li avevano già messi nei guai, raccontando particolari importanti di quella sera? Lo si apprenderà da questo nuovo accertamento, mentre gli avvocati Umberto Pappadia e Angelo Testa - che assistono gli indagati - attendono la motivazione del Riesame per presentare ricorso in Cassazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero