Omicidio di Thomas Bricca, gli errori dei killer nella fuga: traditi dalle telecamere

Analizzate tutte le telecamere e le celle telefoniche del tragitto dei killer, ma s’incrociano anche alcuni dettagli sui social

Omicidio di Thomas Bricca, gli errori dei killer nella fuga: traditi dalle telecamere
Un proiettile, le immagini video delle telecamere che li riprendono quando arrivano e poi fuggono dal luogo dell'agguato, forse le celle telefoniche.  Sono per ora...

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Un proiettile, le immagini video delle telecamere che li riprendono quando arrivano e poi fuggono dal luogo dell'agguato, forse le celle telefoniche.  Sono per ora questi gli elementi in mano agli investigatori sui killer di Thomas Bricca. Il proiettile può dire qualcosa, le immagini delle telecamere forse di più, allmeno in un paio di riprese - una di un negozio, l'altra della videosorvglianza del comune - le immagini sono state ritenute per identificare i sicari.

IL TRAGITTO

Lo scooter T-Max con cui sono fuggiti gli assassini è passato di sicuro in due punti della città dotati di videosorveglianza. Il primo è quello che i killer percorrono, immediatamente dopo gli spari, uscendo dal parcheggio di Largo Cittadini, il luogo dell'agguato, per immettersi in via Circonvallazione e quindi in via Alcide De Gasperi. Al curvone, davanti al parcheggio, c'è una prima postazione di telecamere. Altre telecamere sono presenti una cinquantina di metri più avanti, sempre su via De Gasperi, dove c'è la rotatoria dell'incrocio con via Aldo Moro e la strada provinciale 24.

Qui il T-Max è andato verso Ferentino-Fumone o verso Frosinone? È più probabile che i sicari, per non incrociare le auto delle forze dell'ordine che sopraggiungevano sul luogo dell'agguato, abbiano privilegiato una strada meno trafficata, quindi la provinciale 24, verso Fumone. Percorrendo questa arteria i killer hanno avuto due possibilità: dirigersi verso a Nord verso Anagni o ad ovest verso Ferentino e Frosinone.

 

LE VIE DI FUGA

La ricostruzione del tragitto della fuga è di fondamentale importanza perché, acquisendo le registrazioni delle telecamere lungo gli ipotetici (ma obbligati) percorsi o comunque nei loro punti di snodo, incroci o rotatorie, è possibile che gli assassini possano aver commesso qualche errore e lasciato per strada tracce importanti per gli investigatori. Anche perché con la targa oscurata e dopo l'allarme alle pattuglie per l'agguato nel cuore del centro storico di Alatri, proseguire la fuga con il T-Max sarebbe stato troppo rischioso. Gli investigatori sono andati alla ricerca di tutte le telecamere, pubbliche e private, presenti lungo i percorsi e almeno in un paio le immagini hanno offerto spunti per identificare i killer. 

 

Ma si deve considerare un altro dettaglio nel momento in cui si vuole ipotizzare cosa abbiano fatto gli assassini di Thomas prima di liguarsi nel nulla. Gli spari, con tutta probabilità, dovevano essere a scopo intimidatorio. Quindi chi ha esploso i colpi non aveva calcolato che poi sarebbe stato inseguito come un assassino. Una differenza non da poco. E allora non è escluso che per fuggire abbia dovuto anche improvvisare e quindi abbia fatto degli errori. Le telecamere disseminate lungo le vie di fuga forse ne hanno immortalato più di qualcuno: dalla presenza di complici ad altri elementi che solo a prima vista possono apparire secondari. Ad esempio un certo tipo di scarpe o un giubbotto di una marca particolare che attraverso le telecamere è stato possibile individuare. Utile magari per essere comparato con le foto pubblicate sui social dai sospettati o dai loro contatti. Ma non solo.

I REGISTRI

I killer per fuggire hanno attraversato una zona isolata e se durante questo tragitto hanno utilizzato il cellulare resta più facile individuare i numeri che in quel frangente, poco dopo le 20.30, si sono agganciati alle celle telefoniche di quell'area.
Pierfederico Pernarella
 

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Il Messaggero