Tenta suicidio nel carcere di Frosinone, un agente lo salva in extremis

Tenta suicidio nel carcere di Frosinone, un agente lo salva in extremis
Ha atteso che il compagno di cella si addormentasse, ha preso un lenzuolo, ne ha ricavato una corda e se l'è legata al collo, l'altro capo alle sbarre. Poi è...

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Ha atteso che il compagno di cella si addormentasse, ha preso un lenzuolo, ne ha ricavato una corda e se l'è legata al collo, l'altro capo alle sbarre. Poi è salito su uno sgabello che subito dopo ha fatto cadere, è rimasto a penzolare nel vuoto mentre il nodo alla gola diventava sempre più stretto. Proprio in quel momento, un agente della polizia penitenziaria che stava effettuando il consueto giro di ispezioni ha sentito delle grida, si è messo a correre per capire cosa stesse succedendo e quando è arrivato davanti alla cella si è trovato davanti il detenuto appeso per il collo.


L'agente ha dato prima l'allarme e poi, assumendosene le responsabilità e i rischi, ha aperto le sbarre e con l'aiuto del compagno di cella, ha messo in salvo il detenuto. Sul posto sono intervenuti l'Ispettore di Sorveglianza Generale e il personale sanitario che gli hanno prestato i primi soccorsi, successivamente trasportato in infermeria centrale è stato rianimato e dichiarato fuori pericolo. Senza l'intervento dell'agente di polizia penitenziaria, il detenuto sarebbe morto. Gli restavano pochi secondi di vita, come confermato dai sanitari.

L'episodio è accaduto venerdì scorso, intorno alle 22:30, nel carcere di Frosinone.


A darne notizia è il sindacato Sappe che plaude all'intervento del collega il quale, in quel momento, da solo, aveva da controllare due sezioni. Il sindacato propone una ricompensa per l'agente che si è distinto per senso del dovere e umano.


«È solo grazie ai poliziotti penitenziari - dichiarano Franco D'Ascenzi e Piero Pennacchia, dirigenti del Sappe - , se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. È evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero