Ha atteso che il compagno di cella si addormentasse, ha preso un lenzuolo, ne ha ricavato una corda e se l'è legata al collo, l'altro capo alle sbarre. Poi è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'agente ha dato prima l'allarme e poi, assumendosene le responsabilità e i rischi, ha aperto le sbarre e con l'aiuto del compagno di cella, ha messo in salvo il detenuto. Sul posto sono intervenuti l'Ispettore di Sorveglianza Generale e il personale sanitario che gli hanno prestato i primi soccorsi, successivamente trasportato in infermeria centrale è stato rianimato e dichiarato fuori pericolo. Senza l'intervento dell'agente di polizia penitenziaria, il detenuto sarebbe morto. Gli restavano pochi secondi di vita, come confermato dai sanitari.
L'episodio è accaduto venerdì scorso, intorno alle 22:30, nel carcere di Frosinone.
A darne notizia è il sindacato Sappe che plaude all'intervento del collega il quale, in quel momento, da solo, aveva da controllare due sezioni. Il sindacato propone una ricompensa per l'agente che si è distinto per senso del dovere e umano.
«È solo grazie ai poliziotti penitenziari - dichiarano Franco D'Ascenzi e Piero Pennacchia, dirigenti del Sappe - , se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. È evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero