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La parola d'ordine era «ti pago un caffè». Quando usavano questa frase alcuni titolari delle agenzie di pompe funebri che operano in provincia di Frosinone erano costretti a lasciare laute mance a due operatori tecnici necrofori e ad un'ausiliaria specializzata in servizio alla camera mortuaria dell'ospedale Spaziani di Frosinone.
Si tratta rispettivamente di Filippo Silvestri di 63 anni, Pietro Corsi del 62 anni e Patrizia Menichini di 59 anni. I tre risiedono rispettivamente a Ceccano, Ferentino e Frosinone all'alba di ieri sono stati i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare e sono finiti ai domiciliari con l'accusa di concussione continuata.
I tre segnalavano ai familiari dei defunti, (molto spesso vittime di incidenti stradali) le agenzie funerarie che avrebbero potuto occuparsi delle salme. Un sistema, secondo l'accusa, consolidato che all'interno della camera mortuaria di Frosinone durava da tantissimi anni. A ribellarsi alla mancia del «caffè» che partiva dai 20 fino ad arrivare i 100 euro, il titolare di una agenzia di pompe funebri di Frosinone il quale stanco di essere concusso dai tre dipendenti dell'Asl si è recato al comando provinciale dei carabinieri ed ha fatto scattare la denuncia.
LA DENUNCIA
Secondo quanto dichiarato dal denunciante a conti fatti in venti anni aveva sborsato oltre centomila euro. Da qui l'avvio dell'inchiesta che si è conclusa ieri mattina con la misura cautelare. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone sono state avviate nel dicembre del 2019 e sviluppate dai carabinieri della sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Frosinone. Gli appostamenti le intercettazione ambientali e telefoniche hanno portato ad a scoprire un presunto giro illecito riguardante richieste di denaro da parte degli operatori della camera mortuaria nei confronti delle Agenzie di onoranze funebri. A favore degli investigatori, va detto, anche la testimonianza del titolare della nota ditta funebre locale il quale aveva dichiarato di essere vessato da molti anni è costretto ad evolvere sotto forma di regali e somme di denaro ai citati operatori in cambio del loro imposto aiuto nella gestione della salma. Il denunciante ha inoltre rappresentato che analoghe richieste erano state effettuate anche ad altre agenzie funebri i cui titolari al solo fine che venissero attuati espedienti per rallentare lo svolgimento del servizio funebre erano costretti a pagare una somma che variava dai 20 ai 50 euro fino a raggiungere, come accennato, talvolta anche 100 euro a salma. L'importo che sarebbe stato intascato non è ancora stato quantificato, ma sarebbe ingente considerato che nella camera mortuaria di Frosinone annualmente vengono gestite tra le 1000 e le 1200 salme.
Le successive attività investigative hanno fatto emergere ulteriori riscontri ritenuti fondati dal Gip di Frosinone e tali da indurlo ad emettere la misura degli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone indagate per i reati di concorso in concussione continuata.
Il Messaggero