Tangenti alla camera mortuaria, gli imputati chiedono il rito abbreviato

Tangenti alla camera mortuaria, gli imputati chiedono il rito abbreviato
Concussione continuata alla camera mortuaria di Frosinone, rito abbreviato per l'ausiliaria Patrizia Menichini 59 anni ed il tecnico necroforo Pietro Corsi di 62 anni. Venerdi...

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Concussione continuata alla camera mortuaria di Frosinone, rito abbreviato per l'ausiliaria Patrizia Menichini 59 anni ed il tecnico necroforo Pietro Corsi di 62 anni. Venerdi prossimo dovranno comparire davanti al giudice per le udienze preliminari. I difensori Tony Ceccarelli e Alfredo Magliocca hanno optato per il rito alternativo. In questo modo, gli imputati possono chiedere al giudice di rinunciare alla fase detta del dibattimento al fine di ottenere un considerevole sconto di pena. L'inchiesta che aveva portato al coinvolgimento di tre dipendenti ( nelle indagini era finito anche Filippo Silvestri che in seguito è deceduto) della camera mortuaria di Frosinone era stata avviata qualche tempo fa, quando il titolare di una agenzia di pompe funebri avevano segnalato alle forze dell'ordine di essere costretto a lasciare laute mance a due operatori tecnici necrofori e ad una ausiliaria specializzata che operavano presso la camera mortuaria dell'ospedale Spaziani di Frosinone.

A conclusione delle indagini i tre sono stati destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare ed erano finiti ai domiciliari con l'accusa di concussione continuata. Il modus operandi consisteva nel lasciare una mancia per il caffè ai dipendenti dell'Asl. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori questi ultimi segnalavano ai familiari dei defunti, (molto spesso vittime di incidenti stradali) le agenzie funerarie che avrebbero potuto occuparsi delle salme. Un sistema, secondo l'accusa, consolidato che durava da tantissimi anni. A ribellarsi alla mancia del «caffè» che partiva dai 20 fino ad arrivare i 100 euro, come già accennato, il titolare di una agenzia di pompe funebri di Frosinone, il quale stanco di essere concusso dai tre dipendenti dell'Asl si era recato al comando provinciale dei carabinieri ed aveva fatto scattare la denuncia. Secondo quanto dichiarato dal denunciante a conti fatti in venti anni aveva sborsato oltre centomila euro.
L'imprenditore aveva inoltre rappresentato che analoghe richieste erano state effettuate anche ad altre agenzie funebri, i cui titolari al solo fine che venissero attuati espedienti per rallentare lo svolgimento del servizio funebre erano stati costretti a pagare una somma che variava dai 20 ai 50 euro fino a raggiungere, come accennato, talvolta anche 100 euro a salma. L'importo che sarebbe stato intascato non è ancora stato quantificato, ma sarebbe ingente considerato che nella camera mortuaria di Frosinone annualmente vengono gestite tra le 1000 e le 1200 salme.


Marina Mingarelli
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Il Messaggero