Spaccio di cocaina, maxi operazione della Guardia di Finanza: coinvolta anche la Ciociaria

Traffico internazionale: droga proveniente principalmente da Belgio e Olanda fino al centro Italia

Spaccio di cocaina, maxi operazione della Guardia di Finanza: coinvolta anche la Ciociaria
Dodici arresti, 22 denunce e sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro. È il bilancio dell'operazione «Doppio gioco», coordinata dalla...

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Dodici arresti, 22 denunce e sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro. È il bilancio dell'operazione «Doppio gioco», coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Ancona, con la quale la Guardia di finanza di Ancona ha smantellato una traffico internazionale di hascisc e cocaina, proveniente principalmente da Belgio e Olanda, nelle Marche. Le attività hanno visto in azione, nelle province di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro, Urbino e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, 100 militari del Comando Provinciale delle Fiamme gialle di Ancona, con il supporto del Servizio centrale di investigazione sulla


criminalità organizzata (Scico), di altri reparti territoriali del Corpo e delle Polizie albanesi, belghe e spagnole.
È stata scoperta una ben strutturata compagine criminale con base operativa nelle Marche e ramificazione in altre zone d'Italia e d'Europa composta in prevalenza da italiani e albanesi che importava ingenti quantitativi di droga. Al vertice, soggetti di origine albanese, che tiravano le fila di un articolato traffico transnazionale di droga: si servivano di corrieri con auto dotate di doppiofondo, per importare quintali di cocaina e hascisc per il mercato marchigiano e del Centro Italia. Lo spunto nel 2020 quando in un'altra indagine del Gico
era emersa la figura di un ex collaboratore di giustizia di origini campane, capo di un nutrito gruppo di spacciatori italiani nelle Marche.

C'era una sorta di società tra persone italiane e due albanesi, lavoratori edili a Montemarciano (Ancona), che mantenevano i contatti con i capi della banda, concordavano gli approvvigionamenti e consegnavano la droga ai pusher. Le menti dell'associazione, secondo le indagini, erano a Porto Sant'Elpidio (Fermo): due fratelli albanesi gestivano il fiorente mercato illecito dietro la copertura di una rivendita di auto. Avrebbero coordinato i movimenti della droga, gli appuntamenti con i clienti presso la ditta di Porto Sant'Elpidio o a Civitanova Marche, prima di muovere i cavalli per consegnare gli stupefacenti custoditi in vari depositi nelle Marche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero