Aiuta donna a partorire in auto nel traffico di Roma: « Così ho fatto nascere Anyia»

Il racconto dell'ostetrica Liliana Evangelista, originaria di Sora

Aiuta donna a partorire in auto nel traffico di Roma: « Così ho fatto nascere Anyia»
Era di passaggio, ha sentito un urlo provenire da un'auto. Si è avvicinata e ha visto una donna seduta sul lato passeggero con le gambe divaricate: stava per dare alla...

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Era di passaggio, ha sentito un urlo provenire da un'auto. Si è avvicinata e ha visto una donna seduta sul lato passeggero con le gambe divaricate: stava per dare alla luce una bambina. Lei, seppure fuori servizio, in mezzo al traffico e ai clacson impazziti che protestavano per l'auto ferma, non ci ha pensato due volte e ha fatto quello che fa da una vita: far nascere bambini. È di Sora Liliana Evangelista, l'ostetrica protagonista della favola accaduta venerdì scorso nel quartiere Prati di Roma.

Dottoressa, come ha fatto a mantenere la freddezza in un momento così delicato e in mezzo al caos del traffico di Roma?
«Nonostante 33 anni di carriera non mi era mai capitata una cosa del genere. Accogliere una nuova vita è sempre una grande emozione e venerdì sera lo è stato ancor di più. Anyia è nata prepotentemente in macchina, a 200 metri dalla casa di cura Sacra Famiglia in via dei Gracchi. Erano circa le 19:40 quando ho sentito l'urlo della madre di Anyia, mi sono avvicinata, lei era seduta al lato passeggero con le gambe divaricate ed Anyia pronta per essere accolta. Ero in borghese e sprovvista di tutto, ma sono dettagli di fronte ad una situazione del genere che richiede prontezza. Accanto alla partoriente c'erano il suo primogenito di 3 anni ed il marito che è corso nella vicina struttura per avvisare la sala parto. Dalla clinica, è quindi arrivato subito il supporto richiesto e mi hanno portato le clump, vale a dire le pinze per il cordone e tutto il materiale necessario per il parto».
Qual è stata quindi la prima cosa che ha fatto?
«Non c'era altro da fare se non intervenire immediatamente perché quando mi sono avvicinata ho visto che la testa del neonato stava quasi per uscire e dovevo assisterla in auto in quel momento senza perdere tempo. Tante erano le persone presenti che però si sono subito allontanate di qualche metro rispettando la privacy. In un attimo, lo spavento dei presenti si è trasformato in una grande gioia ed è stata Anyia a presentarsi, attraverso il suo primo vagito. Il parto è stato eutocico, ossia si è svolto normalmente. Anyia ha pianto subito e non si è mai staccata fisicamente dalla mamma. Le colleghe allertate sono scese ed abbiamo accompagnato mamma e figlia in sala parto per continuare l'assistenza. Dopo il parto la bimba, che pesava 3 chili e 300 grammi circa, è stata visitata nel reparto di neonatologia: dagli esami è risultato stare in perfetta salute. È stata un'emozione indimenticabile».
Che rapporto ha con la sua città di origine, Sora?
«A Sora vive la mia famiglia e dove torno spesso e volentieri. Non ne potrei fare a meno. Per me Sora ha un valore affettivo unico. Oltre alla mia famiglia è il luogo dove sono cresciuta e che ci piaccia o no, i luoghi dove siamo cresciuti ci modellano ed influiscono sul nostro essere, contribuendo a renderci quelli che siamo ogni giorno. Dopo quanto accaduto venerdì, ho ricevuto tantissimi messaggi di affetto e di stima da parte dei numerosi amici e colleghi che oggi lavorano presso l'ospedale Santissima Trinità e con i quali ho studiato tanti anni fa».
Quali sono state le tappe più importanti della sua carriera professionale?

«Ho studiato nella mia città e successivamente ad Isernia nel periodo dal 1989 al 1991. Mi sono poi trasferita per esercitare la professione di ostetrica, prima a Rovereto dal 1991 al 1996 e successivamente a Roma presso la Casa di cura Sacra Famiglia in Via dei Gracchi».
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Il Messaggero