Sin Valle del Sacco, la presidente di Unindustria: «Pretendiamo serietà»

Miriam Diurni
«Come imprenditori e cittadini, pretendiamo innanzitutto serietà, responsabilità e risposte concrete». A metterlo nero su bianco in una lettera agli...

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«Come imprenditori e cittadini, pretendiamo innanzitutto serietà, responsabilità e risposte concrete». A metterlo nero su bianco in una lettera agli associati di Unindustria è la presidente, Miriam Diurni. il riferimento è, ancora una volta, al Sin (sito di interesse nazionale per l'inquinamento) "Valle del Sacco" sul quale  «ci preme condividere alcune considerazioni utili per capire lo stato dell’arte della situazione  e i futuri scenari che si potrebbero aprire».

La presidente non usa mezzi termini: «L’attuale situazione del Sin, freno allo sviluppo industriale del territorio, senza sicuramente apportare alcun beneficio dal punto di vista ambientale, va indubbiamente risolta, individuando un percorso di risoluzione basato su evidenze scientifiche e dati oggettivi, scevri da ideologie e strumentalizzazioni».

E' noto che alla proposta della Regione è arrivato il "no" del Ministero che ha individuato un altro percorso, con la Regione stessa che si è detta pronta a seguirlo sottolineando che non si trattava di una bocciatura.

 

«Quello che Unindustria ha sempre tenuto a precisare è che gli imprenditori non chiedono sconti o scorciatoie, ma solo procedure e tempi certi per realizzare i propri investimenti e questa, oggi, diventa la pretesa legittima di chi in questo territorio ha creduto, portando lavoro e sviluppo - aggiunge Diurni - Lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale non sono in contrapposizione e devono rappresentare congiuntamente interesse ed obiettivo di tutti. In primis di noi imprenditori che lavoriamo e viviamo in e per questo territorio. L’auspicio e la nostra richiesta è che questi mesi vengano utilizzati per trovare soluzioni che rilancino questo territorio e non per dividerci senza costrutto. Questo è quello che continueremo a chiedere e a pretendere».   

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Il Messaggero