Picchiata e poi soffocata probabilmente con un sacchetto intorno alla testa. Sarebbe morta così Serena Mollicone, la 18enne di Arce (Frosinone) scomparsa il primo giugno...
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In base alla perizia del medico legale firmata da Cristina Cattaneo e consegnata nei giorni scorsi alla procura di Cassino, le lesioni al capo sarebbero «compatibili» con l'urto su una porta sequestrata in un alloggio della caserma dei carabinieri di Arce, ma la morte della ragazza sarebbe stata provocata successivamente da asfissia causata dalla «chiusura delle vie aeree con del nastro adesivo (possibilmente anche insieme al sacchetto di plastica intorno al capo)».
«Stabilito che in via di elevata probabilità le lesioni contusive e le fratture al capo sono la conseguenza di un urto del versante sinistro del capo contro una superficie piana e ottusa, compatibile con la porta in giudiziale sequestro, va ricordato che la morte non è comunque da ricondursi a questo trauma», si legge nella perizia.
«Sembra quindi - si legge ancora - ipotesi maggiormente suffragata dai dati scientifici che Serena Mollicone, colpita alla testa, abbia riportato un trauma cranico, molto probabilmente produttivo di una perdita di coscienza, e che sia stata la chiusura delle vie aeree» con nastro adesivo e sacchetto di plastica, «a provocare l'arresto delle funzioni vitali per asfissia meccanica, probabilmente da soffocazione esterna diretta, vista la presenza di segni biomedici, seppur aspecifici, in questo senso quali l'enfisema polmonare e le petecchie subepicardiche».
Per la morte di Serena Mollicone gli unici indagati, con le ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, sono l'ex maresciallo dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie e il figlio, che si sono sempre sottoposti (come gli altri tre indagati in precedenza) a tutti gli esami e accertamenti delle indagini svolte fino ad oggi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero