Serena Mollicone, la cugina rompe il silenzio: «Tradita dall'omertà e dalle coscienze sporche»

A parlare è Gaia Fraioli che, attraverso un post social è tornata a puntare il dito contro "gli atteggiamenti omertosi" e contro i "non ricordo" pronunciati in aula nel corso del lungo processo

Serena Mollicone, la cugina rompe il silenzio: «Tradita dall'omertà e dalle coscienze sporche»
Le motivazioni della sentenza di assoluzione, pronunciata il 15 luglio scorso dalla corte d'assise di Cassino, per i cinque imputati per il Giallo di Arce arriveranno nel...

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Le motivazioni della sentenza di assoluzione, pronunciata il 15 luglio scorso dalla corte d'assise di Cassino, per i cinque imputati per il Giallo di Arce arriveranno nel giro di un paio di mesi, salvo richiesta di proroga, ma il caso legato alla morte di Serena Mollicone non è mai andato in vacanza, almeno per i familiari della 18enne assassinata nel giugno 2001. Ora a parlare è la cugina di Serena, Gaia Fraioli che, attraverso un post social è tornata a puntare il dito contro "gli atteggiamenti omertosi" e contro i "non ricordo" pronunciati in aula nel corso del lungo processo. 

 

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“Nel 2001 scompare una ragazza, si chiama Serena, ha 18 anni. Ha gli occhi verdi, i capelli chiari, le lentiggini sparse sul viso, in particolare sul naso. Ha sempre il sorriso stampato sul volto e l’energia di una cavalletta. Serena - racconta Gaia - studia tanto, ama gli animali, la musica, ama la sua famiglia, i suoi amici, la sua vita. Dopo due giorni Serena viene ritrovata, in un bosco, legata. Serena non ha più vita. Lascia una famiglia distrutta, un paese attonito, lascia amici sconvolti. Girano voci, avvistamenti, testimonianze. Dopo 21 anni le voci si sono placate. Gli avvistamenti sono spariti. Le testimonianze sono state cambiate.
Dopo 21 anni di attese - dice -, rabbia, dolore. Serena chiede ancora Giustizia . Giustizia che forse non è arrivata per l’omertà delle persone, per le coscienze sporche che non accennano a pulirsi, per le tante persone che hanno visto o sentito ma adesso non ricordano più. Non ricordano di aver visto e di aver sentito. Forse i morti sono loro. Si, credo che siano morte le loro coscienze.


Invece Serena Vive, vive attraverso i nostri ricordi, vive attraverso le sue canzoni preferite, attraverso gli occhi di chi l’ha amata, amata veramente. Serena vive… E la ricordiamo il 18 Settembre ad Arce. La ricordiamo attraverso le canzoni, le testimonianze di chi l’ha conosciuta, attraverso i movimenti di una ballerina e i versi di poetesse. La ricordiamo Serena. Perché bisogna ricordarla, perché Vogliamo ricordarla come lei merita di essere ricordata. È la nostra morale che lo dice… È il nostro cuore. Serena Vive, vive ed è libera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero