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Sedotta e abbandonata dal datore di lavoro. Non è il titolo di un film, ma un vero e proprio dramma che sta vivendo una ragazza del sorano divenuta mamma nel mese di gennaio e protagonista di una surreale vicenda che a settembre verrà discussa in Tribunale. Ripercorriamola partendo dal febbraio del 2022 quando la giovane incontra Marco (nome di fantasia). I due intraprendono una relazione che sfocia nella convivenza e la ragazza inizia anche a lavorare collaborando nell’attività del fidanzato. Da lì a poco la lieta notizia dell’arrivo di un figlio.
Seduce e mette incinta tre dipendenti
Durante le prime settimane di gestazione, però, la ragazza ha iniziato a manifestare dubbi sulla possibilità di continuare ad aiutare il compagno nell’attività poiché i ritmi, gli orari e la gestione dei turni avrebbe potuto compromettere la gravidanza e la salute del nascituro. A quel punto le cose iniziano a cambiare. Marco, infatti, assume atteggiamenti e comportamenti nei confronti della ragazza tali da rendere impossibile la convivenza. Per questo alla fine di agosto del 2022 la coppia “scoppia“ e il rapporto viene interrotto. In un primo momento il futuro padre dichiara di voler contribuire alle spese della gravidanza e a quelle del figlio, ma dopo poco cambia idea e chiede un test del dna al quale però non si sottopone. Anzi, in un momento così complesso e delicato, inizia una nuova relazione sentimentale mettendo incinta una seconda ragazza, anch’essa sua collaboratrice.
Nel frattempo, a gennaio 2023, nasce il primo figlio (il secondo nascerà a breve).
L’appello
La donna rivolge un appello alle altre ragazze che lavorano per Marco: «State attente, non lasciatevi prendere in giro. Non è giusto che un datore di lavoro si comporti in questo modo senza dimostrare un briciolo di etica professionale». Il primo tassello di questa complessa vicenda sarà il riconoscimento della paternità del primo nato che si terrà presso il tribunale di Cassino il prossimo 21 settembre 2023 a seguito della citazione in giudizio che la neo-mamma ha richiesto attraverso il suo legale Antonio Carugno a tutela del proprio bambino.
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