Vendita dell'ex Vdc di Anagni, è scontro nel Cda dell'Asi

L'interno dell'ex Vdc di Anagni
 Sembrava dovesse essere cosa fatta e invece per la messa a punto...

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 Sembrava dovesse essere cosa fatta e invece per la messa a punto del bando di vendita del sito industriale dell’ex Vdc Tecgnologics di Anagni bisognerà attendere ancora. Un cambio di programma dell’ultimo momento se è vero, come è vero, che l’ordine del giorno della seduta di lunedì del consiglio di amministrazione del Consorzio Asi parlava chiaro: “Vendita del Compendio - Approvazione procedura di scelta del contraente mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa - Valutazione e approvazione dei criteri e affidamento stima importo a base d’asta”. Al contrario nella riunione dell'altro ieri del Cda non si è votato o approvato nulla, ma ha fatto registrare un fatto nuovo: la contrarietà di un componente del Cda dell’Asi al percorso finora portato avanti per la vendita del sito dell’ex Vdc. Il consigliere Luca Sellari ha fatto mettere a verbale, per poi abbandonare i lavori, le proprie riserve sulla legittimità e la fattibilità della vendita del complesso industriale secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Secondo Sellari il sito dell’ex Vdc può essere venduto in un solo modo: in base al suo valore immobiliare nudo e crudo. Stima che esiste ed è quella stabilita dal consulente del Tribunale di Frosinone nominato nell’ambito della procedura fallimentare: circa 18 milioni e mezzo di euro. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa rischia, secondo Sellari, di portare ad una svendita dello stabilimento e quindi di creare un danno alle casse pubbliche. Rischio che esiste anche se la vendita ad un prezzo più basso di quello di mercato verrebbe compensata - così come richiesto dall’Asi - da assunzioni, tecnologie innovative per abbassare l’impatto ambientale, realizzazione di infrastrutture e donazione di una parte del sito, non inferiore ai 5.000 metri quadrati, al Consorzio. Criteri che lasciano ampi margini di discrezionalità sulla scelta del progetto migliore e non danno le necessarie garanzie per la vendita del complesso industriale più grande del Lazio, dopo lo stabilimento Fiat-Fca di Cassino. Ora che succederà? Il presidente De Angelis non sembra voler dare troppo peso alle frizioni emerse ieri nel Cda. «Così come era stato previsto dal protocollo firmato a suo tempo - dichiara De Anagelis - della stesura del bando se ne occuperà un tavolo tecnico composto da Asi e Regione. In questa sede porteremo tutte le posizioni raccolte nel corso della lunga fase di consultazione con associazioni di categoria degli industriali, sindacati, consiglieri regionali. Illustreremo anche quella del consigliere del Cda Luca Sellari». 
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Il Messaggero