Due tredicenni ricattate per le foto hard, tre ragazzi indagati per revenge porn

Due tredicenni ricattate per le foto hard, tre ragazzi indagati per revenge porn
Estorsione e revenge porn, questi i reati per i quali tre giovani ( un 31enne di Castro dei Volsci, un 27enne di Ceccano e un trentenne di Roma) sono finiti nel mirino della...

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Estorsione e revenge porn, questi i reati per i quali tre giovani ( un 31enne di Castro dei Volsci, un 27enne di Ceccano e un trentenne di Roma) sono finiti nel mirino della Procura del capoluogo. A conclusione delle indagini sarebbe emersa la responsabilità dei tre indagati, i quali hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Proprio il giovane di Ceccano ha chiesto di essere interrogato dagli inquirenti per dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli sono stati contestati.

Sembra che il ragazzo abbia respinto fermamente, di fronte agli investigatori, le accuse ricevute rispetto al giro di foto a luci rosse diffuse sui canali social. Fatto realmente accaduto, attenzione, ma il giovane avrebbe addossato ad altri la responsabilità. Tutto era iniziato con uno scambio di foto intime di amiche in comune. Ma poi quella che sembrava una trovata goliardica ha preso tutta un'altra piega. I tre giovani hanno cominciato ad andare a caccia di immagini nuove e per fare questo c'era bisogno di altre ragazze da immortalare.

Non era facile reperire quel materiale e così, secondo le accuse, per ottenere quelle foto avrebbero iniziato a minacciare le vittime. Al momento sono dodici le parti offese. Si tratta di ragazze ciociare (due all'epoca dei fatti erano tredicenni) che dietro ricatti avevano inviato immagini e video che le ritraevano nude o mentre simulavano rapporti sessuali.

Tutto quel materiale pornografico veniva poi fatto girare in rete. Le vittime si sentivano sotto scacco dai tre indagati i quali a loro dire le minacciavano di inviare per posta le foto che avevano in mano ai loro familiari. In qualche altro caso gli indagati si sarebbero spacciati per esperti informatici in grado di entrare in qualsiasi smartphone o computer. Alle ragazze dicevano di essere in grado di prosciugare il conto corrente dei loro genitori. Per far capire alle vittime che facevano sul serio inviano foto di giovanissime senza veli che erano finite in rete perché erano state disobbedienti.

A quel punto le vittime per paura soprattutto che le famiglie scoprissero quelle foto, cedevano a quei ricatti ed inviavano agli estorsori il materiale che avevano richiesto. I tre giovani sono difesi dagli avvocati Tony Ceccarelli, Mauro Roma e Pietro Polidori.
 

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Il Messaggero