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Ieri in sette avrebbero dovuto firmare il contratto d'assunzione per prendere servizio come collaboratori amministrativi della Asl di Frosinone, il 1 maggio, la festa dei lavoratori. Ma una coincidenza più beffarda non poteva esserci. Lunedì prossimo i sette impiegati non potranno iniziare a lavorare. La Regione Lazio, con un provvedimento dello scorso 18 aprile, ha disposto la sospensione di ogni procedura in materia di personale (concorsi, assunzioni di vincitori di concorso, incarichi interni) perché prima ognuna di essa deve essere sottoposta al controllo e all'autorizzazione del direttore ad interim dell'area salute.
E così tra le altre sono state bloccate le assunzioni dei sette collaboratori amministrativi, categoria D, di cui quattro donne. I loro nominativi erano stati presi a scorrimento della graduatoria stilata dopo il concorso indetto ad agosto dello scorso dall'Asl Roma 2. Il 28 marzo erano stati convocati in 19. Hanno accettato in 11. Era fatta. Finalmente era arrivata l'assunzione. C'è chi si è dimesso dalla precedente occupazione, chi ha disdetto i contratti di affitto in vista del trasferimento, un avvocato si è persino cancellato dall'albo.
Mancava soltanto il disbrigo delle pratiche burocratiche.
Il congelamento delle assunzioni e degli incarichi interni nella Asl di Frosinone riguarda decine di professionisti: infermieri, ostetriche, dietisti, tecnici della prevenzione. Lo stop vale anche per gli incarichi interni. Nella Asl di Frosinone avevano già organizzato la festicciola per i neo promossi. Tutto rinviato.
LA LETTERA DEL SINDACATO
I collaboratori amministrativi beffati si sono rivolti al segretario della Fp Cgil Frosinone, Giovanni Salsano. Il sindacato per ora è stato l'unico a prendere posizione sul caso. «Non comprendiamo le motivazioni ed il fondamento normativo per cui qualsiasi fase relativa a processi assunzionali da parte della aziende sanitarie debba essere sottoposta a vaglio preventivo» della vostra struttura», scrive il segretario generale della Fp Cigil Lazio, Giancarlo Cenciarelli. «La Regione - prosegue - già interviene sul controllo della spesa relativa ai processi assunzionali, a monte, autorizzando i budget alle varie aziende del servizio. In buona sostanza questo nuovo provvedimento sembrerebbe esclusivamente una disposizione finalizzata non solo a limitare l'autonomia gestionale delle aziende ma a bloccare, di fatto, qualsiasi forma assunzionale o di mobilità del personale».
Dubbi della Cgil anche sul blocco degli incarichi interni: «Rammentiamo che tali incarichi trovano giustificazione nell'Atto Aziendale, già soggetto a controllo regionale, che tali incarichi, sono necessari per il funzionamento stesso dell'Azienda e che le spese per la loro retribuzione trovano copertura all'interno delle risorse contrattuali del personale, per cui non vanno a costituire un aumento di spesa. Evidenziamo che l'utilizzo dei fondi per il personale rientra nella contrattazione aziendale, contrattazione in cui gli agenti contrattuali sono i sindacati e le aziende e non la Direzione Regionale».
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