Prendeva il reddito di cittadinanza ma aveva vinto al gioco: finisce a processo e viene assolto

Era finito nei guai perché da percettore di Reddito di cittadinanza, in seguito ad un accertamento, gli uomini della Guardia di Finanza avevano trovato nelle sue...

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Era finito nei guai perché da percettore di Reddito di cittadinanza, in seguito ad un accertamento, gli uomini della Guardia di Finanza avevano trovato nelle sue disponibilità somme per 50mila euro relativa ad una vincita al gioco. L'uomo, di Alatri, era finito a processo, ma il tribunale di Frosinone lo ha assolto. La sentenza è del 14 novembre scorso e nel dispositivo la decisione del giudice è chiara: assolto perché il fatto non costituisce reato.

Nello specifico il reato contestato all'imputato ciociaro, difeso dall'avvocato Antonella D'Annibale, in seguito ad accertamenti da parte degli uomini della Guardia di Finanza, è quello di indebita percezione del reddito di cittadinanza. A far scattare i controlli era stata proprio quella somma di denaro comparsa sugli stessi canali utilizzati mensilmente per percepire le sovvenzioni governative. All'uomo è stata contestata, così, la mancata comunicazione di modifiche alla propria situazione reddituale e da qui nei suoi confronti è stata formulata la conseguente richiesta di sospensione del reddito di cittadinanza. Nei mesi scorsi ripercorrendo la vicenda in aula l'uomo ha chiarito la provenienza dei soldi accumulati in tempistiche diverse e grazie ad una serie di giocate online.

Un dettaglio, questo, sul quale l'avvocato Antonella D'Annibale ha definito la linea di difesa sia per l'impossibilità di fissare un tetto alle puntate al gioco, sia per la natura stessa delle vincite che la normativa vigente non considera come redditi. In assenza di precedenti pronunciamenti, quindi, e sulla base delle risultanze del procedimento giudiziario il giudice del Tribunale di Frosinone ha accolto la linea della difesa ed ha assolto l'imputato perché il fatto non costituisce reato, lasciando inalterati i requisiti per la titolarità del Reddito di Cittadinanza.
 

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Il Messaggero