Asl Frosinone, tre milioni di euro per recuperare oltre 62mila prestazioni sospese a causa del coronavirus

Il direttore generale della Asl di Frosinone Patrizia Magrini
Via libera della Asl di Frosinone al programma per il recupero delle prestazioni ambulatoriali e delle attività di screening (cervice uterina, mammella e cancro del colon...

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Via libera della Asl di Frosinone al programma per il recupero delle prestazioni ambulatoriali e delle attività di screening (cervice uterina, mammella e cancro del colon retto) sospese nei mesi dell’emergenza Covid. Lo smaltimento dell’arretrato sarà svolto, anche nei weekend e nei giorni festivi, attraverso le prestazioni aggiuntive che comporteranno una spesa di oltre 3 milioni di euro.


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La delibera dell’azienda sanitaria guidata dal direttore generale facente funzioni Patrizia Magrini, dopo il confronto con le rappresentanze sindacali, è stata firmata ieri e prevede l’impiego oltre che del personale dipendente anche dei specialisti ambulatoriali convenzionati, delle case di cura accreditate in base ai limiti di budget già fissati e di quelle autorizzate con cui dovranno essere sottoscritti appositi accordi.

Ecco il documento:


Vista l’eccezionalità della situazione, le prestazioni aggiuntive potranno essere svolte anche nell’orario istituzione, ma al solo fine di smaltire l’attività bloccata a causa dell’epidemia. Per recuperare tutto l’arretrato (62.224 prestazioni) saranno necessarie circa 69mila ore, una metà per il personale medico, l’altra per quello infermieristico e tecnico.

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Il numero più alto di ore da recuperare si registra nelle seguenti specializzazioni: cardiologia (11.199), diagnostica per immagini (7.684), oculistica (7.011), endocrinologia (3.280), dermatologia (3.142), ortopedia (2.773). Alcune di queste specialità, come ad esempio oculistica ed ortopedia, scontano da sempre nella Asl di Frosinone tempi molto lunghi nelle liste di attesa.

Rispetto alla questione dei paletti per il ricorso alle prestazioni aggiuntive, la Regione Lazio ha chiarito che il limite massimo indicato di 15/20 ore mensili è da ritenersi indicativo e può essere adattato sulla base delle esigenze specifiche. Resta comunque che l’orario di lavoro non può sforare il tetto delle 48 ore settimanali.

E vista la carenza di personale, la Asl ricorrerà alle prestazioni aggiuntive anche per garantire l’attività ordinaria delle principali unità operative degli ospedali di Frosinone, Alatri, Sora e Cassino: Pronto soccorso e Medicina d’Urgenza, Anestesia e Rianimazione Cardiologia, Medicina Interna, Nefrologia e Dialisi, Pediatria e Neonatologia.

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L’utilizzo delle prestazioni aggiuntive comporterà l’impiego di significative risorse finanziarie: 60 euro l’ora e 480 euro per i turni notturni.


Si tratta di uno strumento straordinario, che da anni tuttavia è diventato la norma, per coprire i vuoti di organico. La Asl di Frosinone ha pure avviato le procedure per nuove assunzioni ma, scrive l’azienda sanitaria, «esiste una oggettiva difficoltà nel reperire personale in determinate specialità, carenti in tutta Italia». La carenza di anestesisti a Cassino ha comportato il blocco delle camere operatorio. Problema non ancora risolto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero