Il quadro sarà definitivamente chiaro solo a fine mese, quando verrà votato il bilancio, ma i segnali che in queste ultime settimane sono arrivati, anche per bocca...
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Agli inizi di gennaio era stato proprio l'assessore al bilancio, Riccardo Mastrangeli, a dare qualche numero poco confortante. Uno in particolare: 800mila euro in meno di spesa corrente nel 2019. Non poco, soprattutto per un Comune in pre-dissesto.
L'ente, che quest'anno non potrà contare su poste in bilancio di natura straordinaria come è accaduto fino al 2018, sarà costretto a stringere i cordoni della borsa.
I primi rischi si sono già materializzati con i paventati tagli di circa il 20% alla spesa per i servizi alla persona e al patrimonio: asili nido, scuolabus, manutenzione immobili e verde, controllo strisce blu, biblioteca, museo. Oggi del caso, dopo il sit-in di mercoledì organizzato dai sindacati, se ne parlerà anche in Consiglio comunale.
FONDO IMU-TASI
Lo scenario però non è rassicurante. Il Comune di Frosinone quest'anno si vedrà dimezzare le risorse del fondo di compensazione per il passaggio da Imu a Tasi. Somma che è stata ridotta nel corso degli anni, partendo dai 2 milioni del 2014 e arrivando ai 1,2 milioni dello scorso anno, pari a una mancata compensazione di 3,3 milioni.
Ma il peggio è alle porte: a partire da quest'anno e fino al 2033, dal Fondo Imu-Tasi al Comune capoluogo arriveranno solo circa 610mila euro, stando a quanto dichiarato dallo stesso Mastrangeli.
PERSONALE IN USCITA
E ripercussioni sull'ente potrebbero arrivare alla luce di un altro provvedimento del Governo, quello della Quota 100. Nell'arco dei prossimi due anni sono una cinquantina i dipendenti comunali che potrebbero usufruire del prepensionamento.
Uscite che da un lato potrebbero dare ossigeno alle case comunali facendo ridurre il costo del personale, ma dall'altro rischiano di lasciare sguarniti i servizi. E procedere a nuove assunzioni, in un Comune alle prese con un piano di riequilibrio, prevede tempi e modi tutt'altro che veloci e scontati.
IL PARADOSSO
Non mancano poi le contraddizioni che, sia pure involontariamente, rischiano di creare tensioni sociali.
Se da un lato un Comune in pre-dissesto deve pensare di ridurre la spesa per servizi ordinari, dall'altro deve sostenere, per una parte con propri fondi, spese di carattere emergenziale.
È il caso ad esempio della gestione dell'accoglienza dei minori stranieri che arrivano in Italia non accompagnati. Situazioni che in provincia di Frosinone ricadono quasi tutte sul capoluogo essendo sede della Questura e della principale stazione ferroviaria.
Il costo obbligato per l'alloggio e il vitto nelle strutture d'accoglienza è ora di 90 euro al giorno, ma dal prossimo giugno sarà di 100 euro. Di questa quota, il Comune ottiene un rimborso dallo Stato (che arriva però soltanto l'anno dopo l'esborso) di 40 euro. Il resto ce lo mette il Comune e per quello di Frosinone la spesa, al netto del rimborso, è tra il 500 e i 600mila euro all'anno.
Somma nella quale è compresa anche la spesa per il sostegno, in strutture specifiche, ai minori italiani che vivono in situazioni disagiate. Nel complesso il Comune di Frosinone gestisce 40 casi, tra minori stranieri e italiani.
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Il Messaggero