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Gravata da numerosi precedenti, nel 2015 era stata tratta in arresto insieme ad altri esponenti dell’omonimo clan per il reato di associazione di stampo mafioso, in quanto coinvolta nell’operazione che ha consentito di far luce sulle infiltrazioni del clan Zagaria anche nella gestione degli appalti ospedalieri di Caserta, operazione culminata con l’emissione di ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 24 soggetti e con sequestri di beni per milioni di euro. Nel corso della citata operazione emergeva il ruolo centrale svolto da Elvira Zagaria. A lei, dopo l’arresto di tutti i membri di sesso maschile della famiglia e dopo la morte del marito, era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti delle attività del clan.
In data 28.03.2019, la Zagaria è stata condannata con sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 7 di reclusione per il reato di associazione di stampo mafioso. Reclusa presso la casa circondariale di Messina, a seguito di specifica istanza il 31 maggio dello scorso anno ottenne la concessione della misura cautelare meno afflittiva degli arresti domiciliari stabilendosi in una lussuosa villa di Boville Ernica.
Le indagini hanno svelato la presenza di un’uscita riservata utilizzabile per eventuali fughe o per ricevere visite all’interno dell’abitazione in modo occulto. E’ stata infatti documentata in una circostanza la presenza nell’immobile di un altro affiliato al clan, proveniente dalle stesse zone geografiche della Zagaria.
Sulla base dei sopracitati elementi è stata richiesta ed ottenuta dalla Corte di Appello di Napoli l’aggravamento della misura cautelare precedentemente imposta, in forza della quale la detenuta sarà reclusa presso la casa circondariale di Rebibbia.
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Il Messaggero