Protesi e mazzette, fisioterapista della Asl di Frosinone patteggia pena a un anno e 4 mesi

Il tribunale di Frosinone
Ha patteggiato ad un anno e 4 mesi ( pena sospesa) di reclusione Fausto D’Onorio, 52 anni, fisioterapista dell’Asl accusato di concorso in corruzione. Il giudice...

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Ha patteggiato ad un anno e 4 mesi ( pena sospesa) di reclusione Fausto D’Onorio, 52 anni, fisioterapista dell’Asl accusato di concorso in corruzione. Il giudice Troiano gli ha revocato anche la sospensione dal servizio, anche se la Asl aprirà nei suoi confronti un provvedimento disciplinare. L’imputato era difeso dagli avvocati Rosario Grieco e Antonio Roma. I fatti si riferiscono allo scorso anno quando, a seguito di accertamenti portati avanti dalla Guardia di Finanza, l’uomo venne sospeso dal servizio perché sospettato di aver indirizzato i pazienti del centro di assistenza domiciliare, dove prestava la sua opera, presso una ditta di protesi sanitarie ubicata a Ferentino. L’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Monica Montemerani portò a dei risvolti eclatanti: il fisioterapista, infatti, venne accusato di aver preso delle “mazzette” per ogni vendita di materiale sanitario che andava in porto. Il denaro sarebbe stato elargito dal titolare dell’azienda ferentinate. Secondo gli investigatori, il 52enne avrebbe avuto un introito di circa diecimila euro mensili. A seguito di tali fatti sia il dipendente Asl era stati interdetti dalla professione.

L’INPUT ALLE INDAGINI
L’inchiesta come già accennato, era stata avviata nel 2015 a seguito della segnalazione di alcuni pazienti che avevano lamentato di essere stati “pressati” ad acquistare gli ausili protesici nell’azienda segnalata dal fisioterapista. L’inchiesta si era concentrata sulla fornitura di protesi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, fornitura che aveva destato grosse perplessità da parte degli investigatori. I sospetti si erano trasformati in certezza quando dalle intercettazioni telefoniche era emerso questo giro di denaro che ruotava intorno alla vendita del materiale sanitario. Nello specifico il fisioterapista avrebbe preso delle percentuali dal legale rappresentante della società di Ferentino per ogni ausilio protesico venduto.
GLI ALTRI INDAGATI

Ma la vicenda che ha coinvolto il fisioterapista dell’Asl non è ancora terminata. Sul registro degli indagati figurano ancora L’imprenditore e la titolare di un esercizio pubblico che avrebbe avuto il ruolo di mediatrice. Quest’ultima, sempre secondo le informazioni raccolte dagli investigatori, avrebbe avuto il compito di “smistare” i pazienti. Un giro di affari quello messo in piedi da questo sodalizio che avrebbe fruttato oltre centomila euro. L’imprenditore che ha sempre respinto tutte le accuse sostiene invece di aver subìto “intrallazzi” dalle ditte concorrenti. Difeso dagli avvocati Vanessa D’Arpino e Vittorio Perlini dovrà comparire davanti al giudice per le udienze preliminari alla fine del prossimo settembre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero