Processo Mollicone, primo colpo di scena: chiesta la prescrizione per l'appuntato Suprano

Processo Mollicone, primo colpo di scena: chiesta la prescrizione per l'appuntato Suprano
Parte con un colpo di scena il processo sul delitto di Serena Mollicone. Ieri, nella prima udienza che si è svolta nell'aula della facoltà di Giurisprudenza...

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Parte con un colpo di scena il processo sul delitto di Serena Mollicone. Ieri, nella prima udienza che si è svolta nell'aula della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Cassino, la difesa del carabiniere Francesco Suprano, uno dei cinque imputati, che risponde di favoreggiamento, ha chiesto l'immediata esclusione dal processo.


Alla sbarra, insieme a Suprano, Franco Mottola ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, sua moglie Annamaria e suo figlio Marco (questi ultimi assenti ieri in aula) imputati di omicidio volontario e l'ex luogotenente Vincenzo Quatrale per istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi.

Alle 10.35 il presidente della Corte, Massimo Capurso ha dato lettura della decisione sulle costituzioni di parte civile: tutte ammesse, dichiarata l'udienza a porte chiuse, ammessi in aula i consulenti e i cronisti accreditati, ci sono state le questioni preliminari.
 
Il primo nodo da dirimere sarà quello di Suprano. Gli avvocati Cinzia Mancini ed Emiliano Germani hanno motivato la loro richiesta di non luogo a procedere in tre punti.

Il primo riguarda il principio di diritto che vieta di giudicato due volte per gli stessi fatti la stessa persona. «La posizione di Suprano ha detto l'avvocato Mancini è già stata valutata, attentamente, dal Gip Angelo Valerio Lanna che, nel 2016, ordinò le nuove indagini solo nei confronti dei Mottola. Archiviando la posizione del nostro assistito».
L'altro elemento attiene le garanzie difensive. Gli avvocati sostengono che Suprano ascoltato dagli inquirenti nel 2008, nel 2011 e nel 2016 è sempre comparso come persona informata sui fatti, mai da indagato e quindi come tale Suprano è stato sentito senza le dovute garanzie, come la presenza degli avvocati.

Ma il vero nodo riguarda la prescrizione. Suprano è accusato di favoreggiamento perché avrebbe custodito porta dell'alloggio contro la quale Serena sarebbe stata sbattuta nel corso della discussione con Marco Mottola, riconsegnata il 28 marzo 2008. «Ammesso che Suprano abbia nascosto la porta, ammesso che il reato sia stato consumato nel 2008: è intervenuta la prescrizione. Sono passati 13 anni dal giorno in cui c'è stato il verbale di riconsegna della porta», ha spiegato l'avvocato Emiliano Germani.
 
A sollevare eccezioni è stata anche la difesa di Franco, Annamaria e Marco Mottola con gli avvocati Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe e Mauro Marsella, che ha chiesto l'esclusione dal fascicolo dibattimentale della relazione della professoressa Cristina Cattaneo, nella quale viene ipotizzato (la Cattaneo parla di «elevata probabilità») che Serena abbia urtato con la testa contro la porta dell'alloggio in uso alla famiglia Mottola. Circostanza che rappresenta uno dei punti cardine dell'accusa.

L'avvocato Francesco Candido che, assieme all'avvocato Paolo D'Arpino, assiste l'ex luogotenente Vincenzo Quatrale, ha contestato il capo d'imputazione, sia per il concorso morale nell'omicidio, sia per l'istigazione al suicidio, di conseguenza è stata richiesta la nullità del capo d'imputazione. «Ammesso che il nostro assistito abbia sentito l'urto provenire dal piano superiore, quel colpo non ha determinato la morte, arrivata per asfissia meccanica».

Il pm Beatrice Siravo replicherà il 7 maggio, quando la corte si pronuncerà su tutte le eccezioni preliminari.
 

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Il Messaggero